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Musica

Alessandria, da lunedì 22 tris di concerti al Vivaldi

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ALESSANDRIA – Dalla musica antica alla contemporanea. Da lunedì 22 fino a mercoledì 24 l’Auditorium Pittaluga ospiterà tre concerti diversi da differenti rassegne del Vivaldi. Ad aprire le danze sarà il concerto diretto da Fabio Biondi, che inaugurerà “Il Cantiere di Orfeo” la nuova stagione di musica antica del Conservatorio.

Con il 2024 è iniziato al “Vivaldi” un periodo denso di eventi concertistici a ingresso libero, che il Conservatorio offre generosamente alla città e non solo. Dopo l’originale ed esplosivo concerto per sole percussioni che gli allievi hanno proposto mercoledì 10 gennaio a un Auditorium Pittaluga gremito e l’intermezzo concertistico, che sarà offerto il pomeriggio di sabato 20 in occasione dell’Open Day dell’Istituto, lunedì 22 inizierà una tre giorni di concerti, uno a sera, con programmi molto variegati che spaziano dalla musica antica alla contemporanea e al tema della trascrizione pianistica, tratti dalle differenti rassegne in corso.

LA MUSICA ANTICA: ITALIA E GERMANIA A CONFRONTO

Lunedì 22 gennaio ore 18 in Auditorium Pittaluga (via Parma, 1 – Alessandria) ci sarà infatti il concerto degli allievi diretto dal celebre violinista e direttore Fabio Biondi, fondatore di Europa Galante, l’ensemble italiano specializzato in musica antica più famoso e più premiato in campo internazionale. Il Maestro Biondi concluderà una due giorni di Masterclass, tenuta in Conservatorio, dirigendo alcuni allievi di canto e violino dell’Interdipartimento di Musica Antica secondo una scaletta formata da brani di grandi autori del 1600 italiani e tedeschi:

VIVALDI Concerto in Re Minore per archi e b.c.

CALDARA Chiacona op. 2 n. 12
Gloria Conte e Leonardo Di Biase – violini

F HÄNDEL
AMADIGI “Ah spietato”
Giada Armiri – soprano

ORLANDO “Fammi combattere”
Gustavo Argandona – controtenore

ALCINA “Credete al mio dolor”
Chiara Pontoriero – soprano

GIULIO CESARE “Cara speme”

Gustavo Argandona – controtenore

ALCINA “Si son quella”

Giulia Medicina – mezzosoprano

S BACH Cantata 54 (aria ALTO)

Danilo Pastore – controtenore

F HÄNDEL
ALCINA “Ah mio cor”

Giulia Medicina – mezzosoprano
A. CALDARA Sonata op. 2 n. 8

VIVALDI Concerto in Sol Minore per archi e b.c.

Gloria Conte e Leonardo Di Biase – violini

Fabio Biondi, che ha collaborato in veste di solista e direttore con orchestre in tutto il mondo e che, come artista, incarna il simbolo della perpetua ricerca dello stile, uno stile libero da condizionamenti dogmatici e interessato alla ricerca del linguaggio originale – sarà il primo ospite della stagione “Il Cantiere di Orfeo” che sarà caratterizzata da masterclass e concerti di ospiti illustri sempre nell’ambito della musica antica.

LA MUSICA CONTEMPORANEA: SUONARE, CAPIRE LA MUSICA D’OGGI

Martedì 23 gennaio ore 18, sempre in Auditorium Pittaluga, Francesco Pasqualotto, Emanuele Manzoni e Simone Rebecchi al pianoforte con l’allieva di canto Anita Maiocco si cimenteranno nel terzo concerto di Suonare, capire la musica d’oggi una rassegna di otto concerti fortemente voluta dal Conservatorio Vivaldi, ideata dal professor Sergio Lanza, docente di Composizione, e dedicata quest’anno al compositore György Ligeti, di cui ricorre il centenario della nascita.

Il professor Lanza presenta così il programma scelto: “Possiamo dire che questo concerto tende un filo che collega il primo Novecento del Oiseaux tristes di Ravel, del 1905, agli anni 80’ e 90’ con gli Études e il pezzo per voce Der Sommer di Ligeti, fino a spingersi ai giorni nostri con le Musiche per Leonardo di Piacentini, del 2018. Più in dettaglio il Primo Novecento ci viene offerto nella sua pluralità di approcci linguistici che vede, nel giro di pochi anni confrontarsi il “modernismo” di Maurice Ravel, espresso attraverso un raffinato e delicatissimo pianismo, con il Lied “Schliesse mir die Augen Beide” che Alban Berg propone due volte, nel 1907 con un linguaggio ancora tardo romantico, e nel 1925 attraverso la neonata “tecnica di composizione con 12 suoni”, di impronta “espressionistica”. Prima del 1925, in una fase di esplorazione nella libera atonalità, Anton Webern scrive invece questi Lieder, tratti da vari autori, in una straordinaria e riuscita ricerca di costruzione di un nuovissimo orizzonte melodico-armonico teso, astratto e conciso, senza tuttavia rinunciare a una gestualità espressiva, a una retorica ancora “parlante”. Una simile ricerca di equilibrio è quella compiuta anche da Ligeti, la cui sperimentazione linguistica, a volte estrema, non gli ha impedito di rendere la sua complessa sostanza musicale, anche fruibile ed espressiva. Così, accanto a brani pirotecnici per la vocalità come Aventures o Síppal, dobbal, nádihegedűvel (che ascolteremo nell’ultimo concerto del ciclo) troviamo questo Lied Der Sommer, su testo di Hölderlin, caratterizzato da linee melodicamente morbide e successioni di accordi paralleli.  

Con i suoi Études per pianoforte, poi, Ligeti si fa erede di una lunghissima tradizione di ricerca sulla tastiera, ed entra quindi facilmente in dialogo con il Primo Novecento. Il suo pianismo mette spesso al centro una forte tensione ritmica, come accade nel n. 4, Fanfares, mentre nel n. 3, Touches bloquées, è l’invenzione di un modo particolare di approcciare i tasti del pianoforte a determinare l’effetto, e il n. 11, En Suspens, è caratterizzato da un’atmosfera armonica che in qualche modo ci riporta in sintonia con Ravel. 

Riccardo Piacentini è invece un compositore a noi contemporaneo, anzi un collega, che qualche anno fa concepisce questi brevissimi pezzi (dedicati al figlio Leonardo) come una sorta di test per provare la sonorità peculiare del pianoforte che si sta suonando, attraverso la dinamica, il pedale, i ribattuti, gli staccati, i riverberi, l’armoniosità.”

IL CONCERTO “…PER PIANOFORTE SOLO” DI VINCENZO MALTEMPO

Mercoledì 24 ottobre alle ore 17 in Auditorium Pittaluga sarà invece la volta del quinto appuntamento della rassegna i Mercoledì del Conservatorio dal titolo “… Per pianoforte solo Alkan e la trascrizione”. Il concerto verrà introdotto da un brano di Joaquin Rodrigo eseguito dall’allievo chitarrista Bishal Nigra a cui seguirà il ricco programma eseguito dal docente di pianoforte Vincenzo Maltempo che prevede il seguente programma:

Charles-Valentin Alkan (1813-1888)

Introduction et Andante con moto op. 13 n. 2

(Terzo Concerto da Camera)

Secondo Concerto da Camera op. 10 n. 2

(trascrizione per pianoforte solo dell’Autore)

Ludwig van Beethoven (1770-1827)

Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra

in Do minore op. 37

(trascrizione del primo movimento per pianoforte solo e

Cadenza di Ch. V. Alkan)

Adagio dal Concerto n. 5 per pianoforte e orchestra

in Mi bemolle maggiore op. 73 “Imperatore”

(trascrizione per pianoforte solo di Ch. V. Alkan)

Franz Schubert (1797-1828)

Fantasia in Do maggiore

15 D. 760 “Wanderer-Fantasie”

Il professor Maltempo racconta così le scelte di questo concerto dedicato alla trascrizione pianistica:

La trascrizione pianistica è arte a sé: un mondo sonoro all’origine complesso e abbondante (che sia orchestra, un gruppo da camera, addirittura opera lirica) che passa attraverso le maglie più strette del suono del pianoforte senza perdere bellezza e interesse ma, nei casi più miracolosi, acquistando addirittura qualcosa in più. Senza dubbio alcune trascrizioni pianistiche che hanno fatto la storia del pianoforte (pensiamo alle Sinfonie di Beethoven trascritte da Liszt o alla Ciaccona bachiana reinventata da Busoni) hanno acquisito una dignità propria rispetto all’origine da cui provengono. Per Charles Valentin Alkan, compositore romantico dimenticato ma, nei suoi giorni di gloria a Parigi, non meno celebre e celebrato dei suoi contemporanei Liszt e Chopin, la trascrizione era un’arte seria da affrontare con grande rispetto per la partitura originale. Nel caso dei primi due brani in programma l’originale è proprio di Alkan: si tratta di due brevi Concerti da Camera per pianoforte e orchestra d’archi, che il compositore scrisse a 21 e 24 anni. Monotematico il Terzo Concerto, un tema con una serie di variazioni (in programma lo vediamo titolato dallo stesso Alkan come “Introduction et Andante romantique”), più articolato il Secondo, con due temi che più che essere primo e secondo tema di un movimento in forma-sonata costituiscono i tre piccoli movimenti di un Concerto iper condensato. 

Nel caso del Primo movimento del Terzo Concerto di Beethoven, invece, ci troviamo di fronte all’opera poderosa e meravigliosamente ben calibrata di un compositore quasi cinquantenne, che scrive poi di suo pugno una folle e futurista Cadenza che Busoni ripescò agli inizi del ‘900 facendo infuriare gli ultra-conservatori critici tedeschi. A seguire, una rarità: il sublime Adagio dell'”Imperatore” beethoveniano per pianoforte e orchestra trascritto (si presume in tarda età) e mai pubblicato da Alkan, esistente solo in un manoscritto proprietà di un collezionista francese che ne ha concesso al pianista una copia per l’esecuzione. 

Come ultimo brano, una trascrizione “al contrario”. La Wanderer-Fantasie di Schubert (1822) è un brano pianistico che nasce già con un’idea di suono che va oltre il pianoforte, come fosse la versione pianistica di un originale orchestrale che viveva solo nella mente del suo creatore. Non a caso, trent’anni dopo la sua composizione Liszt ne farà una giustissima trascrizione per pianoforte e orchestra.

I programmi, gli esecutori e le informazioni aggiornate su tutti i concerti sono disponibili anche nella sezione eventi del sito www.conservatoriovivaldi.it

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