Entra in contatto con noi
Pubblicità
Post AD
Pubblicità
Post AD

Cronaca

Troppo fumo e scatta l’allarme. Fallito colpo al bancomat del Salone del libro

Pubblicato

il

TORINO- Identificato e arrestato il settimo presunto complice della rapina da 500mila euro, avvenuta nel maggio dello scorso anno in un istituto di credito a Poirino, nel torinese. Secondo le indagini, l’uomo sarebbe anche uno dei componenti di una tentata rapina, questa volta ai danni del bancomat situato all’interno del padiglione fiere del Lingotto

Mancava ancora un rapinatore all’appello per l’assalto all’istituto bancario Unicredit di Poirino, nel torinese, avvenuto il 18 febbraio dello scorso anno, quando sette uomini armati di pistole e coltelli e con i volti travisati fecero irruzione in banca immobilizzando con fascette di plastica dipendenti e clienti, prelevando dalle cassette di sicurezza denaro contante, gioielli, pietre preziose e monete antiche per un valore di 500mila euro.

Sei della banda sono già tutti in carcere dal 24 maggio 2022, mentre a identificare il presunto ultimo elemento del sodalizio è stato il Ris di Parma, che ha isolato il suo dna su una maschera utilizzata durante il colpo.

Si tratta di un 68enne di cui non sono state rese note generalità e nazionalità, che da ulteriori indagini, questa volta insieme ad un complice di 63 anni, sarebbe responsabile anche di un’altra rapina e del tentativo di furto al bancomat di Intesa Sanpaolo, situato all’interno del padiglione fiere Lingotto di Torino, avvenuto poco prima dell’inizio della fiera del libro del maggio scorso.

A emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due sono stati i carabinieri del nucleo investigativo di Torino, coordinati dalla procura della repubblica di Asti.

In quell’occasione, i rapinatori avrebbero agito con una lancia termica. I loro piani prevedevano di accedere all’area fieristica forzando due porte, quindi di manomettere il fianco laterale dell’Atm per creare un foro di quasi 30 centimetri per 30 all’altezza della cassaforte per poi aprirla con la lancia termica.

Ma il loro progetto è andato letteralmente in fumo, in quanto è stato proprio il fumo prodotto durante le operazioni, a insospettire il personale di vigilanza, prontamente intervenuto. I due comunque erano riusciti a fuggire, raggiungendo la vicina stazione ferroviaria, dove si erano nascosti in uno spazio ricavato da un’intercapedine. Lì ci erano rimasti per tre ore, prima di fare ritorno nelle loro case.

Ma la fuga è durata solo alcuni mesi.

Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pubblicità
Post AD
X