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Sanità

Piemonte verso la zona gialla. Anziani Rsa di nuovo lontani dai loro cari

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Si alza la curva dei contagi in Piemonte, che entrerà con ogni probabilità in zona gialla da lunedì prossimo portandosi con sé restrizioni quali la mascherina all’aperto e qualche limitazione per alcune tipologie di locali pubblici, come il vincolo dei tavoli di quattro persone al massimo nei ristoranti.

Se è vero, secondo l’ultimo report dell’Unità di crisi, che i focolai nelle scuole piemontesi restano invariati (ma aumentano le quarantene), è anche certo che oggi il virus sta circolando come l’anno scorso (il nuovo record è di 36.000 casi a livello nazionale in 24 ore): va aumentato il livello delle misure di contenimento della pandemia.

Nelle prossime ore la cabina di regia ed il Consiglio dei ministri renderanno noti i dettagli della nuova stretta nella lotta al Covid e alla variante Omicron: si parla della durata del green pass ridotta a 6 mesi, booster quattro mesi dopo la seconda dose, tamponi anche ai vaccinati per i grandi eventi, a partire dalle feste di Capodanno, ritorno allo smart working. E, soprattutto, la vaccinazione obbligatoria per altre categorie di lavoratori fino alla possibilità di estendere il super green pass in tutti i luoghi di lavoro.

In Piemonte il governatore Alberto Cirio punta il dito contro i non vaccinati, ricordando che l’80% di quanti sono ricoverati in terapia intensiva sono non vaccinati. “Queste persone – ha affermato Cirio – non solo mettono a repentaglio la loro vita, e la salute del prossimo, ma determinano il passaggio di colore”. Intanto, mentre è lo stesso presidente del Piemonte a comunicare nuove linee guida e convenzioni a supporto delle Rsa, che già dalla fine del 2021 garantiranno una maggiore presenza di infermieri e operatori socio-sanitari, è la Fondazione Promozione Sociale Onlus a definire “tristissimo il Natale per i malati non autosufficienti ricoverati nelle Rsa e per le loro famiglie che, vaccinate tre volte e sottoposte a tamponi ogni 15 giorni, vengono di fatto isolati dai loro cari”.

Purtroppo la situazione epidemica è sotto gli occhi di tutti, ma – riferiscono i referenti della Fondazione Promozione Sociale Onlus – lo stato dei vaccini è incomparabilmente migliore rispetto alla prima e alla seconda ondata. I contagi in Rsa sono minimi, le percentuali di vaccinati vicine al 100%. Eppure il Natale 2021 è per i degenti in Rsa e per i loro familiari uguale a quello di 12 mesi fa. Nella nota stampa viene rimarcato come, per il secondo anno consecutivo, “dopo quasi 700 giorni dalle prime chiusure, quasi 100 fine settimana distanti dai loro cari, i contatti tra famigliari e pazienti ancora non riprendono. Nessun accesso alle loro stanze. Una generazione abbandonata dalle istituzioni, che proibiscono il contatto umano negli ultimi anni e mesi della loro vita con migliaia di famigliari alla finestra”.

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