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Politica

Centrale del Latte, Lega: “Comune fermo da due anni, ne dovrà rispondere a cittadini e territorio”

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ALESSANDRIA – Attacco duro della Lega alessandrina alla nota diffusa dal Comune di Alessandria in merito all’annuncio dell’imminente liquidazione della Centrale del Latte, definendo “stucchevole” la posizione di Giunta e Sindaco.

“Da due anni il sindaco Abonante e la sua maggioranza a traino Pd-5 Stelle si sono ‘lavati le mani’ del dramma della Centrale del Latte e dei suoi lavoratori, e il ‘tutto il possibile’ di cui parlano è stato il nulla. – commentano gli esponenti del Carroccio – Un disimpegno grave e colpevole, là dove la Lega aveva chiesto a gran voce, anche con una specifica mozione (di cui stiamo aspettando da più di due mesi la discussione in Consiglio comunale) che il Comune di Alessandria, in qualità di socio pubblico, si facesse carico in Assemblea dei Soci di promuovere la redazione di un piano di Risanamento Societario a tutela dell’azienda, anziché girarsi dall’altra parte, e tentare (invano) di cedere le sue quote residue.

La fine della Centrale del Latte non era scritta nel firmamento, e non è dipesa neppure solo da errate scelte aziendali, come affermano i sindacati. Semmai è mancato un serio progetto di rilancio, ed è proprio su questo fronte che un sindaco con senso di responsabilità avrebbe potuto muoversi, facendo del socio Comune l’interlocutore diretto di investitori privati potenzialmente interessati ad un’eccellenza del settore caseario, patrimonio culturale ed identitario di tutto il territorio.

Il sindaco Abonante non ci ha neanche provato, questa è la verità. E ora non resta che sperare che qualche imprenditore lungimirante, capace di investimenti importanti, possa farsi avanti in tribunale, per dare alla Centrale del Latte di Alessandria e Asti una seconda vita. In gioco c’è l’occupazione di tanti lavoratori, dipendenti e collaboratori dell’azienda di viale Massobrio, ma anche il futuro di un’intera filiera di produttori che almeno per il momento dovranno conferire altrove il loro latte.

Da oggi Alessandria è più povera, economicamente e culturalmente: e non ci consola minimamente poter affermare: “Noi l’avevamo detto”

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