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Economia

Ilva, Green new deal: Taranto potrebbe avere 2 miliardi

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Un piano di investimenti da 1000 miliari di investimenti per i prossimi 10 anni per un’Unione europea sostenibile: è il progetto della Commissione europea che verrà presentato domani a Strasburgo, che prevede regole meno rigide sugli aiuti di Stato per gli interventi pubblici nei settori eco-sostenibili.

Il servizio andato in onda nel nostro TG

E proprio dal cosiddetto Fondo Europeo per la transizione potrebbero arrivare le risorse – si parla di un paio di miliardi di euro – necessarie per riconvertire lo stabilimento siderurgico di Taranto, che è pur sempre come potenza installata l’acciaieria più grande d’Europa, e spingerla verso il graduale addio al carbone. Il maxi-piano verde europeo, che aspira a raggiungere l’obiettivo “zero emissioni” nel 2050, fa i conti con un programma di investimenti che – dicono gli esperti – mobiliterà 650 miliardi totali nei prossimi 7 anni con l’intento di far finire almeno il 30% nel settore green. E domani la Commissione europea dovrebbe svelare i dettagli sul funzionamento del Fondo di transizione equa per la decarbonizzazione: parte fondante del Green New Deal, è considerato la chiave per affrontare una grande sfida energetica e assicurarsi il via libera alle politiche climatiche europee da parte dei paesi dipendenti dal carbone. E se è vero che dai produttori di acciaio più volte è giunta alla Commissione Ue la richiesta di introdurre misure in grado di accompagnare il processo di abbandono graduale del carbone, anche sotto forma di aiuti economici da disciplinare con una normativa ad hoc, è altrettanto ipotizzabile che, dei 100 miliardi che si pensa di mobilitare entro il 2027, circa 10 dovrebbero andare alla Polonia e 8 alla Germania, ovvero ai due Paesi maggiormente esposti agli oneri della decarbonizzazione, 6 miliardi andrebbero alla Spagna, 5 alla Grecia e 4 all’Italia.

Un procedimento questo che potrebbe agevolare le trattative in corso proprio tra il governo italiano e i commissari straordinari dell’Ex Ilva e i Mittal, verso quell’idea di ingresso dello Stato negli affari del colosso siderurgico che, oltre alla casa madre di Taranto, ha uno stabilimento a Genova Cornigliano e a Novi Ligure, nell’Alessandrino. Sarebbe così possibile adottare un nuovo piano industriale sostenibile che tra il 2020 e il 2023 prevederebbe investimenti per 3,3 miliardi: verrebbero utilizzati per ammodernare l’intero sito e installare due nuovi forni elettrici così da consentire lo spegnimento di 2 altiforni e di 5 batterie di coke. Il respiro verrebbe dato, prima di tutto, all’ambiente, con una riduzione di emissioni di CO2, di diossina e benzopirene, pur restando confermata la capacità produttiva pari ad 8 milioni di tonnellate all’anno.

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