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Turismo e Ambiente

Stato di emergenza per le 5 regioni del bacino del Po: 7,6 milioni al Piemonte

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È stato di emergenza per le cinque regioni del bacino del Po e delle Alpi orientali: un passaggio indispensabile, quello riconosciuto dal Consiglio dei Ministri, per Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna in deficit idrico da mesi, soffocate da temperature roventi e da un cambiamento climatico che porterà inevitabilmente a convivere con nuove abitudini, alla ricerca di un equilibrio che obbligherà tutti a far tesoro del “bene acqua” attraverso una politica internazionale, basata non solo sull’emergenza ma su piani di investimenti antispreco.

Ora lo sguardo è tutto rivolto alla tutela dell’agricoltura e gli interventi che dovranno essere attuati in Italia andranno fatti in modo strutturale per limitare il rischio che una situazione analoga si ripeta in futuro. Sui primi 36 milioni e mezzo di euro stanziati, 7,6 vanno al Piemonte: serviranno, certo, a coprire gli interventi più immediati a ristoro delle perdite per il mondo agricolo, ma saranno pure necessari per mettere in campo opere di somma urgenza per dare respiro alla rete idrica regionale.

“Attendevamo questo riconoscimento che siamo stati tra i primi a richiedere – ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio insieme agli assessori all’Ambiente Matteo Marnati, alla Protezione civile Marco Gabusie all’Agricoltura Marco Protopapa -. Ci auguriamo che arrivino al più presto anche le altre risorse per gli interventi strutturali necessari (solo in Piemonte superano i 100 milioni di euro) e che dopo lo stato di emergenza venga riconosciuto anche lo stato di calamità per la nostra agricoltura, che a livello nazionale conta già più di un miliardo di euro di danni”.

La priorità, a medio termine, è potenziare e adeguare le infrastrutture idriche. Secondo i dati Istat 2020, l’acqua dispersa dalla rete idrica degli acquedotti è stata pari al 36% mentre sono stati 41 i metri cubi evaporati per ogni chilometro di rete al giorno. La situazione peggiore si registra al sud e al centro, con Comuni spreconi che hanno sfiorato o superato quota 70%; in Piemonte è stata invece Biella (12,8%) a spiccare – sempre secondo dati Istat – per la propria attenzione verso l’acqua, con perdite idriche inferiori al 25%.

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