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Economia

Scade la cassa integrazione alla Pernigotti di Novi Ligure, la proprietà mette tutti in ferie forzate

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NOVI LIGURE – Sarà un rientro in fabbrica con prospettive tutt’altro che rosee quello dei 57 dipendenti della Pernigotti che vedranno scadere oggi, giovedì 30 giugno, la cassa integrazione, senza avere al momento novità su un possibile rinnovo di 12 mesi.

Per la mattinata di domani, il Ministero dello Sviluppo Economico ha intanto convocato un “esame congiunto” in modalità video che coinvolgerà la proprietà e i sindacati. Sarà probabilmente al termine della riunione che si conoscerà l’entrata in vigore o meno della cassa straordinaria di un anno richiesta dall’azienda.

Per i lavoratori si tratta di un ritorno a tinte gialle, con la proprietà che ha messo subito tutti in ferie. “L’azienda ha comunicato questa decisione attraverso la bacheca, ma in fabbrica non c’è nessuno – spiega Raffaele Benedetto, segretario provinciale Flai Cgil –. Soprattutto, i dipendenti in tutti questi mesi non hanno potuto maturare le ferie. Per questo, come sindacati comunicheremo che da domani l’organico è a disposizione e che deve quindi essere messo in condizione di lavorare. Non ci sono macchinari operativi né ordini per la produzione? È un problema dovuto alla negligenza della proprietà, non dei dipendenti”.

L’ipotesi di rinnovo della cassa appare intanto lontana. Nel corso dell’ultimo anno, i Toksoz non hanno infatti mantenuto alcun tipo di impegno relativo agli ammortizzatori sociali tra turnazione dei lavoratori, investimenti e formazione. In caso di mancata apertura di nuovi spiragli di cessione, che al momento non ci sono nonostante una timida speranza ancora legata alla Witor’s, l’alternativa sarebbe la chiusura.

Anche in caso di un rinnovo a sorpresa, la sensazione è che la proprietà turca voglia solamente prolungare l’agonia di una realtà che tra qualche mese, in prossimità di una nuova scadenza, si troverebbe nella stessa situazione. Intanto, la produzione è ferma.

Il piano proposto dai Toksoz presenta numerose lacune, tra cui l’assenza nel nuovo organigramma di un commerciale dedicato all’area italiana, dove la nota realtà dolciaria locale vantava storicamente i numeri più significativi. Uno scenario noto anche al ministro Giancarlo Giorgetti, il quale ha già avuto colloqui con i sindacati nelle scorse settimane in occasione di una sua visita ad Alessandria.

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