ALESSANDRIA – Non si fa in tempo ad apprezzare le luminarie che abbelliranno la città durante il periodo natalizio che in città c’è già chi è pronto a scagliare uno strale contro il primo paventato aumento del 2020.
Il servizio andato in onda nel nostro TG
Non il pedaggio autostradale, non le bollette di luce e gas, gabelle nazionali di per sé già mal digerite tutto l’anno, ma il balzello in questione è tutto alessandrino: torna infatti a tenere sulle spine il potenziale rincaro del biglietto del bus nel capoluogo di provincia che, secondo quanto annunciato da Amag Mobilità, passerà da 1,30 euro a 1,50. 20 centesimi in più, frutto di un’applicazione che però supererebbe l’adeguamento Istat: un meccanismo – quello del rincaro della tariffa – che sarebbe dovuta però passare attraverso una delibera di giunta che non c’è mai stata. Lo ha ribadito il vice sindaco Davide Buzzi Langhi, impegnato a Torino in un incontro con il direttore dell’Agenzia piemontese mobilità Cesare Paonessa e i vertici di Amag Mobilità. Questi ultimi hanno facoltà di stipulare direttamente con Amp i contratti del trasporto pubblico: Amag Mobilità (che per l’85% appartiene a Line, per il 15% al Comune) ritiene di essere dalla parte della ragione, anche perché la Regione Piemonte nel 2013 aveva stabilito uno scatto automatico annuale, però mai scattato con conseguente accumulo del famoso adeguamento Istat. Palazzo Rosso non è invece convinto che la procedura sia così lineare. Certo è che se da un lato l’azienda che si occupa del trasporto pubblico in Alessandria si sente a posto e ricorda alla cittadinanza di aver migliorato i servizi con nuovi bus (anche elettrici), il biglietto integrato e l’app con la localizzazione dei veicoli, dall’altro bisogna capire se il percorso è legittimato e se, davvero, dal prossimo primo gennaio bisognerà pagare 1 euro e 50 per viaggiare con questo mezzo pubblico ad Alessandria.
