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Cronaca

Nuovo Decreto Draghi: niente zona gialla per un mese

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Non è la Pasqua di un anno fa – quando tutti affrontavamo con l’animo atterrito l’avvento di un virus sconosciuto e che avrebbe sconvolto il mondo intero -, ma quella che stiamo per vivere sarà forse un periodo pasquale ancora più duro a livello psicologico: gli italiani si sono infatti sentiti dire, tramite decreto, che dovranno restare in zona rossa o arancione fino alla fine di aprile.

È prevalsa, infatti, la linea dura del governo Draghi, che prevede un’altra faticosa ma necessaria “stretta”, ad eccezione del fine settimana di Pasqua – dal 3 al 5 aprile – dove tutta l’Italia si colorerà di rosso ma sarà possibile spostarsi una volta al giorno per andare a trovare parenti e amici, in ambito regionale, in massimo due persone più i minori di 14 anni conviventi. Si potrà forse sperare in deroghe dalla metà di aprile, nel caso di un decisivo calo di contagi e un netto aumento delle somministrazioni del vaccino in quei territori con dati da giallo (e procedere dunque con alcune riaperture, in particolare di bar e ristoranti, cinema e teatri. Queste ultime due categorie restano chiuse, mentre per ora per bar e ristoranti è possibile solo l’asporto, fino alle 18, e la consegna a domicilio, fino alle 22 e solo per i ristoranti.

Ad oggi, però, l’Italia si blinda, poiché l’ultimo monitoraggio parla di contagi in salita così come sono ancora troppo alti i decessi giornalieri per Covid. Solo l’andamento epidemiologico potrà creare spiragli sulle festività del 25 aprile e del 1° maggio. Sul fronte scuola si tornerà in presenza anche nelle zone rosse fino alla prima media mentre in quelle arancioni saranno in classe gli alunni fino alla terza media e quelli delle superiori, ma al 50%.

Invariato l’orario del coprifuoco (dalle 22 alle 5), così come restano vietati gli spostamenti tra le Regioni, a meno che non si abbia una seconda casa, ma – attenzione – perché per esempio in Liguria c’è il veto di raggiungerle per Pasqua non solo per i non residenti ma anche per i residenti. Vietato l’accesso alle seconde case per i non residenti anche in Valle d’Aosta. La mobilità – ribadiscono dal governo – è consentita solo per motivi di lavoro, salute e necessità. Sarà sempre possibile rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione.

L’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza valida fino al 6 aprile prevede infine che tutti coloro che hanno soggiornato o transitato nei 14 giorni antecedenti all’ingresso in Italia in uno o più Stati e territori dell’Ue siano obbligati a sottoporsi alla sorveglianza sanitaria e ad un periodo di 5 giorni di quarantena.

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