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Cronaca

Emergenza siccità, Confagricoltura Alessandria: “Si dichiari lo stato di calamità naturale”

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La carenza idrica sta causando danni significativi a tutte le coltivazioni, a partire dalle foraggere (dal 30 al 40% in meno) e anche alle piante tradizionalmente più resistenti alla siccità quali la vite e il nocciolo. Situazione critica per i pascoli montani.

Confagricoltura Alessandria ha chiesto alla Regione di attivare le procedure per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale causa siccità.

Al momento – dichiara il presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco  – non è ancora possibile quantificare con precisione i danni arrecati alle coltivazioni, condizione indispensabile per accedere ai sostegni del Fondo di solidarietà nazionale, ma ciò che è certo è che le ripercussioni della carenza idrica sulle coltivazioni saranno pesantissime”.

Confagricoltura, che ha partecipato ai lavori del gruppo di lavoro dell’assessorato all’agricoltura che monitora il rischio di perdita del raccolto per cause idriche, allo scopo di identificare le zone dove si rilevano gravi carenze di approvvigionamento, evidenzia una situazione di forte preoccupazione.
La situazione è critica su tutto il territorio; chi può – spiega Cristina Bagnasco, direttore di Confagricoltura Alessandria – sfrutta al massimo la possibilità d’irrigazione, con costi molto elevati per il prelievo dell’acqua dai pozzi, a causa del rincaro del prezzo del gasolio agricolo”.

In base alle rilevazioni del servizio tecnico di Confagricoltura – attivo con una cinquantina di operatori specializzati sui territori di tutte le province – la situazione è di criticità estrema per le foraggere (la produzione di fieno è stimata in calo del 40%), orzo e grano: per quest’ultimi in Piemonte si prevede che ci sarà una riduzione della produzione, stimata nell’ordine del 30%. Le semine del mais si sono ridotte a favore di colture meno esigenti dal punto di vista idrico, quali sorgo e girasole.

Per quanto riguarda il pomodoro da industria la scarsa risorsa disponibile nelle falde e la conseguente mancanza di acqua nei pozzi ha fatto sì che alcune aziende abbiano addirittura rinunciato a praticare la coltura.

Nel Casalese la carenza idrica delle ultime settimane si sta rivelando estremamente preoccupante per l’impossibilità di garantire al riso l’acqua sufficiente.

In Monferrato, sulle colline del Gavi e sui Colli Tortonesi e negli altri areali viticoli si riscontra un anticipo del ciclo vegetativo dovuto alle temperature elevate e una situazione di sofferenza dei nuovi impianti che potrebbero necessitare di irrigazioni di soccorso. La fioritura nei versanti più esposti e asciutti è stata anticipata, chiaro segnale di difesa della pianta contro la carenza idrica e le elevate temperature; in ogni caso quest’anno la maturazione delle uve sarà molto anticipata.

Per i noccioleti non ci sono ancora sintomi evidenti, ma se non arriveranno piogge consistenti e le temperature non si abbasseranno è prevedibile una forte cascola nel mese di luglio e difficoltà produttive dal punto di vista qualitativo.

Le falde sono asciutte e nonostante la scelta strategica di indirizzarsi verso altre coltivazioni che richiedono un minor apporto d’acqua, lo sviluppo delle colture è generalmente insoddisfacente.
Confagricoltura ha anche chiesto alla Regione di verificare la possibilità di intervenire in merito alla regolazione delle portate derivanti da invasi a uso idroelettrico, per garantire una maggiore uniformità dei flussi irrigui.

Siccità: la Regione Piemonte riunisce il Tavolo di monitoraggio

La Regione Piemonte ha convocato ieri 14 giugno il gruppo di lavoro che monitora il rischio di perdita del raccolto per cause idriche, allo scopo di identificare le zone ove si rilevano gravi carenze di approvvigionamento irriguo.

L’Osservatorio del bilancio idrico dell’Autorità di Distretto del fiume Po ha, infatti, confermato per il Piemonte lo scenario di severità media senza precipitazioni.  Si è reso quindi necessario un approfondimento per individuare le colture più colpite.

Confagricoltura, in base alle notizie riportate dai suoi servizi tecnici territoriali, ha evidenziato che, allo stato attuale, la situazione di carenza idrica sta causando notevoli danni a tutte le colture, a partire dalle foraggere (30 – 40% in meno), ai seminativi ma anche a quelle tradizionalmente più resistenti alla siccità quali la vite e il nocciolo. Si segnalano situazioni critiche anche per i pascoli montani.

Al termine dell’analisi la Regione ha ritenuto che vi siano ormai le condizioni per predisporre le procedure funzionali alla dichiarazione del carattere di eccezionalità e dello stato di calamità naturale causa siccità, anche se non è ancora possibile quantificare con precisione gli eventuali danni arrecati alle coltivazioni, condizione indispensabile per accedere ai sostegni del Fondo di solidarietà nazionale.

L’assessorato all’Agricoltura si è inoltre impegnato a verificare la possibilità di intervenire in merito alla regolazione delle portate derivanti da invasi a uso idroelettrico per garantire una maggiore uniformità dei flussi.

Fondi PSR 2023 -2027: c’è l’accordo di ripartizione. A breve la formalizzazione della Conferenza Stato – Regioni

Il 13 giugno scorso è stata raggiunta l’intesa in Commissione Politiche Agricole (CPA) delle Regioni e Provincie autonome sulle modalità di ripartizione dei 16 miliardi di euro a disposizione dell’Italia per la nuova programmazione 2023 -2027 dello Sviluppo Rurale.

L’accordo, definito a seguito di una lunga fase negoziale delicata e complessa che ha visto coinvolti tutti gli assessori regionali all’agricoltura, dovrà essere approvato dalla Conferenza Stato – Regioni (CSR), cui spetta la decisione finale sulla destinazione dei fondi comunitari per il settore agricolo.

La proposta di ripartizione delle risorse, se sarà ratificata senza modifiche dalla CSR, dovrebbe portare al Piemonte una dotazione finanziaria più elevata rispetto alle originarie stime di assegnazione proprio in funzione del nuovo sistema di distribuzione dei fondi basato sui criteri indicati dal MIPAAF.

Nei prossimi 5 anni la nostra Regione dovrebbe poter disporre di circa 750 milioni di euro per sostenere gli interventi di Sviluppo rurale a favore degli imprenditori agricoli, contenuti nel Piano strategico della Politica agricola comune (PAC), che intenderà attivare.

Contributi volontari, scadenza il 30 giugno

I versamenti volontari rappresentano l’unico strumento attraverso il quale un lavoratore che abbia perso il lavoro, e che si trovi nella fascia di età compresa tra i 55 e i 60 anni, possa raggiungere la pensione diretta (vecchiaia, anticipata, assegno ordinario di invalidità e inabilità) e indiretta, perfezionando i requisiti di assicurazione e contribuzione. I contributi volontari sono dunque utili per coprire i periodi durante i quali il lavoratore non svolge alcun tipo di attività lavorativa dipendente o autonoma; ha chiesto brevi periodi di aspettativa non retribuita per motivi famigliari o di studio; ha un contratto part time orizzontale o verticale.

Il rilascio dell’autorizzazione ai versamenti volontari è subordinato alla cessazione o all’interruzione del rapporto di lavoro che ha dato origine all’obbligo assicurativo. Non decade e può essere ripresa in qualsiasi momento senza dover presentare nuove domande.

Rammentiamo che i contributi volontari versati per sé e per i famigliari a carico rientrano tra gli oneri deducibili in sede di dichiarazione dei redditi, con riduzione del reddito complessivo sul quale viene determinata l’imposta dovuta.

Per maggiori informazioni vi invitiamo a prendere contatto con i Patronati delle Unioni Agricoltori del Piemonte.

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