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Cronaca

Gatto domestico attaccato e ucciso dai lupi in Valle Grana

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Nella mattinata di mercoledì 26 gennaio, intorno alle ore 8:30, in Valle Grana, tra i comuni di Lu e Conzano, un gatto domestico è stato attaccato e ucciso da dei lupi. A segnalare l’accaduto è stata la padrona dell’animale, Monica Gemme.

“Dopo vari avvistamenti di lupi nella zona e il rinvenimento di tracce anche nel cortile della cascina, questa mattina la piccola Bea, una micia adulta bianca, nel corso della sua consueta passeggiata mattutina ha incontrato proprio vicino a casa i lupi che non gli hanno dato scampo uccidendola con un morso che le ha rotto la spina dorsale immobilizzandola e le ha causato un’emorragia che le ha procurato quasi istantaneamente la morte. – racconta Monica Gemme – Non è stata mangiata solo perché i lupi sono stati disturbati dal nostro arrivo”.

Si dice che i lupi non siano pericolosi, ma stiamo parlando di predatori che quando hanno fame, in qualche modo devono procurarsi del cibo e se non trovano cinghiali o caprioli, qualunque altro animale va bene, in questo caso il mio povero gatto. Tutti si preoccupano di monitorare e salvaguardare il lupo, ma chi si preoccupa di salvaguardare tutte le altre specie animali? – continua la signora Gemme – Gli animali domestici o selvatici che siano, non conoscendo questo predatore, che in questi luoghi non c’è mai stato, quando si imbattono per la prima volta nel lupo, non possono che perire come la mia piccola Bea, perché non essendo abituati alla forza e all’irruenza del suo attacco che per di più avviene spesso in branco, non riescono a reagire con un simile antagonista. Gli animali che vivono in campagna come Bea, pur essendo abituati a vivere in spazi aperti , a difendersi e anche ad affrontare talvolta dei pericoli come l’attacco della volpe, tutto questo non gli dà comunque scampo e possibilità di sopravvivenza quando incontrano i lupi“.

“Quando i lupi si avvicinano tanto alle case e cominciano a colpirci negli affetti, seppur di un animale domestico, dobbiamo sempre continuare a stare tranquilli, perché non sono pericolosi, o sarebbe ora di fare qualcosa per contenerli, prima che facciano di peggio?” – conclude Monica Gemme.

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