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Cronaca

Carcere Alessandria, aggrediscono un poliziotto per rubargli le chiavi e tentare una spedizione punitiva contro un terzo ristretto

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ALESSANDRIA- SAPPE: “Al presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Governa pensa a più giorni di liberazione anticipata e più telefonate ai detenuti? Date taser e bodycam alla Polizia Penitenziaria!”

Carcere Don Soria

Tentata spedizione punitiva, nella Casa circondariale “Cantiello – Gaeta” di Alessandra, dove due detenuti non hanno esitato ad aggredire un poliziotto penitenziario per sfilargli le chiavi ed aprire una cella, con lo scopo di un terzo ristretto.

Lo denuncia Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Nel primo pomeriggio di ieri, nella Casa Circondariale di piazza Don Soria, mentre si stava provvedendo a far uscire i detenuti ai cortili, l’attenzione di un Assistente di Polizia Penitenziaria è stata attirata da urla e rumori provenienti da una cella. Mentre il poliziotto andava a controllare, due detenuti che stavano transitando per uscire dalla Sezione lo hanno aggredito alle spalle. Uno lo ha immobilizzato, cingendogli il collo con il braccio, mentre l’altro gli ha sfilato le chiavi delle celle per aprirne una e andare ad aggredire un suo occupante. Immediatamente è stato diramato via radio l’allarme e sono subito giunti rinforzi per liberare il collega, recuperare la chiave sottratta e porre fine all’aggressione, ma sono stati momenti di estrema tensione che solo la professionalità e la tempestività dell’intervento hanno consentito di gestire, ripristinando in breve tempo l’ordine senza che la situazione volgesse al peggio”. “Ancora una volta il grave episodio non ha avuto un tragico epilogo solamente grazie al pronto intervento dei colleghi della Polizia penitenziaria”, evidenzia il sindacalista, “ma non si possono dilazionare ancora urgenti provvedimenti per garantire l’ordine e la sicurezza e la piena operatività della Polizia Penitenziaria”.

Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “questo è l’inaccettabile scenario quotidiano in cui opera il Corpo di Polizia Penitenzia. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Le carceri sono in mano ai delinquenti”. “Nelle carceri della Nazione, e del Piemonte in particolare, serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il leader del SAPPE, che torna a fare appello ai Sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro ed Andrea Ostellari per un incontro urgente: “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta, ma anche per programmare urgenti riforme strutturali non più rinviabili come l’espulsione dei detenuti stranieri, la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, la previsione che i tossicodipendenti scontino la pena in comunità e, soprattutto, il potenziamo dell’organico del Corpo di Polizia Penitenziaria alla luce dei prossimi annunciati pensionamenti”. E il leader del SAPPE si appella direttamente al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Sentiamo parlare di un impegno del Governo per prevedere una modifica dell’ordinamento penitenziario sulla liberazione anticipata speciale, innalzando da 45 a 60 giorni ogni 6 mesi lo “sconto” previsto per la liberazione anticipata ordinaria, tuttora in vigore – in pratica, si tratterebbe di un mini-svuotacarceri… – e sulle telefonate, dei detenuti, che non solo ne aumenta il numero, ma sblocca l’esistenza di un limite. Il direttore del carcere può consentire anche 100 telefonate al giorno (!), non come premio ma come “strumento del trattamento”.

“Io chiedo al presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ed al Guardasigilli Carlo Nordio di assumere con urgenza tutele concrete per gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria di fronte ai problemi sempre più complessi del sistema penitenziario della Nazione; servono tutele, garanzie funzionali e nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio, come le bodycam ed il taser per potersi difendere dai detenuti violenti nonchè nuove tutele legali”.

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