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Cronaca

Domani la prima udienza del processo per la strage di Quargnento

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ALESSANDRIA – Prima udienza domani mattina, giovedì 23 luglio, in tribunale, del processo per la strage di Quargnento. Gianni Vincenti e la moglie Antonella Patrucco dovranno rispondere di crollo doloso di abitazione, lesioni aggravate, truffa e calunnia. L’11 settembre, invece, il processo più atteso, dove in Corte D’Assise, si discuterà di omicidio volontario plurimo, per la morte dei tre vigili del fuoco.

La notizia di spacchettare in due il processo per la strage di Quargnento aveva colto un po’ tutti di sorpresa, procura e difensori in primis, ma il gup Paolo Bargero del tribunale di Alessandria ha optato per il rito abbreviato per il crollo doloso di abitazione, lesioni aggravate, truffa e calunnia e per la Corte d’Assise, dove l’11 settembre, i due imputati Gianni Vincenti e Antonella Patrucco, dovranno rispondere di omicidio volontario plurimo per la morte dei tre vigili del fuoco Antonino Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo.

Domani mattina il primo atto del processo, nel corso del quale i due coniugi dovranno rispondere del ferimento di due vigili del fuoco e di un carabiniere, ma soprattutto dell’idea di incendiare la loro cascina di Quargnento per poter intascare i soldi dell’assicurazione e appianare così un po’ di debiti.

Tra i capi di imputazione, anche la calunnia messa in atto nei confronti del vicino di casa, tirato in ballo dal Vincenti come probabile esecutore materiale di quel gesto scellerato che è costato la vita a tre innocenti.

Toccherà a Vittorio Spallasso e Lorenzo Repetti per Vincenti e a Caterina Brambilla e Federico Di Blasi per la Patrucco, riuscire a smontare o a calmierare l’impianto accusatorio del procuratore capo Enrico Cieri, che ha condotto le indagini e che in aula invocherà l’ergastolo per i due imputati.

Antonella Patrucco, che fino al 24 giugno era rimasta a piede libero seppur indagata per gli stessi reati del marito, si trova attualmente in carcere, mentre Gianni Vincenti, che aveva fin da subito aveva confessato indirizzando su di lui ogni colpa, si trova rinchiuso già dai giorni subito dopo alla strage.

I difensori avevano fatto richiesta di potersi appellare alla Corte Costituzionale al fine di poter accedere al rito abbreviato, ma il gup Bargero aveva rigettato l’eccezione, facendo riferimento ad una legge dell’aprile scorso, che non contempla lo sconto della pena per chi è accusato di reati punibili con l’ergastolo.

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