Entra in contatto con noi
Pubblicità
Post AD
Pubblicità
Post AD

Cronaca

Quargnento, i pm: “la Patrucco deve andare in carcere”

Pubblicato

il

ALESSANDRIA – Per i pm non ci sono dubbi: Antonella Patrucco è responsabile della tragedia di Quargnento quanto il marito Gianni Vincenti e come lui deve essere rinchiusa in carcere prima del processo fissato in Corte d’Assise ad Alessandria il 4 maggio, quando i due saranno giudicati per omicidio doloso plurimo, lesioni volontarie, crollo doloso di abitazione, truffa all’assicurazione e calunnia nei confronti di un vicino di casa.

Il servizio andato in onda nel nostro TG

Al momento però il gip ha ritenuto che non ci sono più le esigenze cautelari che possano rendere necessario e urgente l’arresto della donna. Decisione subito impugnata dal procuratore Enrico Cieri e dal sostituto Elisa Frus, che la pensano in maniera diametralmente opposta.

Il ruolo di Antonella Patrucco in questa vicenda tanto drammatica quanto allucinante, non è ancora chiaro, nonostante ci siano elementi oggettivi che sembrano ricondurre la sua figura ad un coinvolgimento diretto in quello che doveva essere un grottesco piano ingegnato dal marito per riscuotere i soldi dell’assicurazione e potersi così risollevare dal vortice dei debiti nei quali la famiglia era capitolata.

E se Vincenti, una volta braccato dopo cinque giorni dalla tragedia, aveva confessato tutto prendendosi interamente la colpa, la Patrucco è sempre stata una figura nell’ombra.

Dopo l’arresto del marito ne aveva subito preso le distanze, forse per strategia difensiva dei suoi legali Caterina Brambilla e Federico Di Blasi, i quali evidentemente palesavano fin dall’inizio che anche la loro assistita prima o poi potesse finire nel mirino degli inquirenti ed essere accusata degli stessi reati del Vincenti.

Vincenti, che nell’agosto scorso, tre mesi prima della tragedia, si recò all’assicurazione, intestata alla Patrucco, per ampliare il premio della casa di Quargnento, di proprietà sempre della Patrucco, anche nel caso la cascina fosse stata interessata da un incendio.

Possibile che la donna fosse realmente all’oscuro di tutto, si saranno presumibilmente chiesti gli inquirenti. E poi c’è ancora un ulteriore importante dettaglio che sarà discusso e analizzato in aula: ovvero, quel foglietto di istruzioni lasciato sul comò anche nei giorni successivi alla morte dei tre vigili del fuoco, quando i Vincenti erano al centro delle indagini. Il bugiardino conteneva le istruzioni per quei timer usati maldestramente per decidere l’orario esatto in cui le sette bombole cariche di gas collocate nelle varie stanze della casa andata in pezzi, avrebbero dovuto esplodere. Anche qui, possibile che la moglie del Vincenti non lo abbia notato, lasciandolo alla mercè dei carabinieri che nel corso di una perquisizione lo misero immediatamente agli atti?

Ma non basta ancora, perché la coppia fu vista insieme più volte in auto, mentre giungeva e ripartiva in auto dal luogo del delitto.

Questi al momento gli elementi noti e supposti che ruotano attorno alla presunta responsabilità di Antonella Patrucco, finita a giudizio immediato insieme al marito reo confesso.

I due rischiano la pena dell’ergastolo, la stessa, dicono in molti, alla quale sono già stati condannati i famigliari dei tre vigili del fuoco, i quali, per quanta giustizia sarà fatta, non potranno più abbracciare i loro eroi, morti per una scellerata idea che non trova parole e ragione

Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pubblicità
Post AD
X