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Cronaca

Gdf Torino, reati tributari a carattere transnazionale: confiscato patrimonio milionario di oltre 3,3 milioni di euro

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TORINO- Il patrimonio ammontava a oltre 3,3 milioni di euro

Foto Gdf Torino

La forza del loro sistema fraudolento era il particolare meccanismo di applicazione dell’I.V.A. per le operazioni commerciali in ambito unionale, che escludeva la detrazione del tributo in caso di acquisto, effettuato da un fornitore dell’Unione europea. Un’attività che ha permesso al gruppo di accumulare un patrimonio di oltre 3,3 milioni di euro, tra 71 immobili, tra Torino e Napoli, 6 terreni, un’auto di valore e denaro.

Ad aver scoperto questo sodalizio criminoso è stata la Guardia di Finanza di Torino, cui gli appartenenti all’associazione erano impegnati alla perpetrazione di numerosi reati tributari, anche fraudolenti, e a carattere transnazionale.

Il modus operandi era sempre lo stesso: per consentire all’impresa acquirente di fruire, veniva “fittiziamente” messo a disposizione un cittadino italiano per comprare alcuni beni tra il venditore, con sede in un altro Stato dell’Unione, e l‘effettivo cliente residente in Italia. Quest’ultimo riceveva “fisicamente” la merce dall’operatore unionale ma “cartolarmente” la acquistava da una società “cartiera” con sede nel territorio nazionale, la quale emetteva una fattura con I.V.A., senza però mai versarla, consentendo così all’acquirente beneficiario della frode di detrarre indebitamente l’imposta. In questo modo, la frode favoriva i destinatari finali delle merci, riconducibili ai membri dell’organizzazione per delinquere, che erano in grado di fornire alla clientela prezzi decisamente più vantaggiosi rispetto alla concorrenza.

Ad essere coinvolte in quest’attività erano 36 aziende, sia italiane che estere, risultate di fatto fittizie, prive di dipendenti e di qualsiasi struttura organizzativa, e gestite attraverso un unico ufficio a Torino, le quali avevano emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 100 milioni di euro, evadendo l’I.V.A., per oltre 21 milioni di euro.

Tra gli immobili confiscati, il più prestigioso è un appartamento del valore di oltre 1 milione e 100 mila euro, sito a Napoli, formalmente intestato ad una società inglese ma riconducibile a uno dei promotori delle frodi fiscali.

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