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Cronaca

Ex Ponte Morandi di Genova: “rischio crollo” segnalato dai sensori nel 2014

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GENOVA – Novità nelle indagini per le cause che causarono nel 2018 il crollo del Ponte Morandi a Genova. E’ stata infatti svelata l’esistenza di una relazione “Programmazione del rischio” del 2014 che dimostrerebbe che Aspi già 4 anni prima del tragico crollo aveva ricevuto un importante documento in cui si parlava del ‘rischio crollo’ del Ponte Morandi. A svelarlo è stato il giornale La Repubblica, a confermarlo il Procuratore Capo di Genova Francesco Cozzi. 

Questo documento “rischio crollo” veniva compilato grazie ai dati dei sensori che la società Autostrade aveva montato anni prima sul viadotto del Polcevera.  Ma un anno dopo la relazione “rischio crollo”, nel 2015, questo sistema di monitoraggio del ponte restò danneggiato da alcuni lavori di manutenzione sulla carreggiata. I cavi vennero tranciati.  Oggi c’è stata la dichiarazione del Procuratore Capo di Genova, Francesco Cozzi, che ha dichiarato: “I sensori del ponte Morandi tranciati nel 2015 non vennero mai più sostituiti”.

Quindi nei tre anni che hanno preceduto il crollo del ponte non sono più arrivate queste informazioni dai sensori, non si poteva più compilare il documento “rischio crollo”. E questo nonostante il Politecnico di Milano ed il Cesi avessero consigliato di riattivare un sistema con di sensori e di ultima generazione. Solo successivamente Aspi inserì il sistema di monitoraggio, nel progetto dei lavori di consolidamento delle pile 9 e 10, (progetto di retroffitting) inserì il sistema di monitoraggio. Purtroppo però i lavori non iniziarono mai perché due mesi prima della data d’inizio il ponte crollò provocando la morte di 43 persone.

Su queste ultime rivelazioni interviene anche il capo del Movimento 5 Stelle che è anche ministro degli esteri, Luigi Di Maio che afferma: il rischio teorico era un rischio pratico quanto arriva una relazione sul rischio di crollo, parliamo della sicurezza dei cittadini italiani. E Autostrade parla di rischio teorico? Qual è il rischio pratico?”. Di Maio ha inoltre dichiarato che “negli ultimi 30 anni gruppi privati hanno avuto contratti blindati qualunque cosa accadesse alla manutenzione”. 

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