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Sanità

Emergenza Covid: manca personale sanitario negli ospedali piemontesi

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Arriva da Alessandro Stecco, presidente della commissione Sanità della Regione Piemonte e medico di Novara l’appello alle Organizzazioni non governative affinché dirottino personale sanitario dai loro ospedali all’estero verso il Piemonte. “I posti letto e soprattutto il personale – ha affermato Stecco – si stanno esaurendo”.

Il professor Stecco parla anche di un Piemonte “nuovamente lasciato solo da un Governo che si muove con una lentezza esasperante”. Il problema grande è che il margine dei posti letto disponibili in questa regione si assottiglia sempre di più, anche se – secondo l’ultimo bollettino fornito dall’Unità di Crisi – dopo 2 giorni sono scesi sotto quota 4 mila i nuovi contagi, dove calano però anche i tamponi.

Nelle ultime 24 ore, l’Unità di crisi regionale ha registrato, a fronte di 14.819 tamponi, 3.884 nuovi positivi, il 38% dei quali asintomatici. Sono 35 invece i decessi, mentre è stabile l’incremento dei ricoverati in terapia intensiva, ma quello che preoccupa di più è l’aumento dei ricoveri negli altri reparti. Sfogliando ancora i numeri, i piemontesi in isolamento domiciliare sono quasi 50 mila.

E dall’inizio della pandemia? il Piemonte ha registrato 4.629 decessi e 97.779 contagi, mentre i guariti sono 38.953. Di fatto la pressione maggiore resta sui reparti a bassa e media intensità con le terapie intensive che si riempiono a vista d’occhio: i numeri di ieri, riferiti ai ricoveri, è pari a quasi al 50% della capacità massima di 614 posti da destinare ai pazienti Covid previsti dal piano regionale per l’emergenza.

Si aspettano intanto i caschi respiratori che dovrebbero arrivare su promessa del commissario nazionale Arcuri: sono 100, ma non bisogna neanche dimenticare che per far funzionare queste apparecchiature serve personale e, di fatto, mancano figure chiave, come gli anestesisti, fondamentali per incrementare le terapie intensive e fra gli stessi sanitari si moltiplicano i casi di positività al virus.

Fra i contagiati ci sono poi gli infermieri (sono 1000 solo in Piemonte) e, in questo momento, in corsia e nei reparti, ne servirebbero almeno 3500. Figure di professionisti indispensabili così come quelle dei medici, di cui ci si è dimenticati forse un po’ troppo in fretta nel periodo di tregua dal virus. E ora che si comprende quanto si sia lasciata “correre la questione” durante l’estate, si moltiplicano bandi di arruolamento negli ospedali e appelli, come quello del dipartimento emergenze-malattie infettive alle Asl affinché assumano, se necessario, anche medici da adibire al ruolo di infermieri.

Questione quest’ultima che ha suscitato lo sdegno dell’Ordine dei Medici il quale, oltre a far notare che l’assessorato alla Sanità piemontese è in totale confusione, ha anche chiesto dove si troveranno allora i medici, se saranno assunti come infermieri, quando si attiveranno i letti a Torino Esposizioni. Arrivano le scuse dell’assessore Luigi Icardi e, nel frattempo, alle Molinette di Torino i reparti Covid sono diventati 9, mentre all’Amedeo di Savoia si è saliti a 5.

C’è poi il Gradenigo, che mette a disposizione 111 posti (oltre il 70% del totale) e mentre lo spettro di Bergamo spaventa il capoluogo di regione con quell’immagine emblematica delle cappelle degli ospedali trasformate in reparti Covid, si scommette sull’ospedale da campo al Valentino, in allestimento nel quinto padiglione da parte degli uomini della Protezione civile: sarà gestito dall’Asl di Torino per la parte logistica e dalla Città della Salute per quella sanitaria. E intanto ci si augura fervidamente, nel frattempo, di non ammalarsi d’altro.

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