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Politica

Comitato “Contiamoci” chiede mozione consiliare per passaggio Alta Capacità

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NOVI LIGURE – È tornato a farsi sentire il comitato referendario “Contiamoci” di Novi Ligure, che da tre anni promuove la realizzazione di un referendum in città sul passaggio della Alta Capacità sulla linea storica.

Il servizio andato in onda nel nostro TG

Ieri sera, giovedì 3 ottobre, due dei fondatori del comitato, l’ex consigliere Maria Rosa Porta e il geometra Dario Ubaldeschi, hanno reso nota l’intenzione di presentare ai consiglieri comunali un documento con un’analisi delle criticità causate alla città dal passaggio di centinaia di treni al giorno (per la precisione 280 treni al giorno, di cui 141 merci  e almeno 3 con carri cisterne) riconfermando la loro richiesta di ritornare all’originario progetto dello Shunt.

“Questo documento non deve essere solo informativo, ma deve diventare un punto di partenza per la stesura di una mozione consiliare, l’unico strumento a oggi che può permettere di modificare quella che è stata una scelta sbagliata della precedente amministrazione” – ha spiegato l’ex consigliera Maria Rosa Porta – “Noi auspichiamo che, dopo anni di scarsa informazione sull’argomento, la questione venga fatta diventare di dominio pubblico attraverso un consiglio comunale aperto, strumento di confronto anche con i cittadini, nel quale in primis la maggioranza si esprima a favore della mozione, visto che ha dibattuto fortemente l’argomento in campagna elettorale”.

La parola è poi passata al geometra Dario Ubaldeschi, il quale da anni visiona e analizza documenti sul progetto del Terzo Valico, oltre a essere memoria storica della città di Novi Ligure. Il geometra, parlando del percorso del terzo valico come “un percorso di morte”, ha evidenziato le situazioni di alta pericolosità pubblica causate dal progetto, oltre ai già più volte citati disagi che il passaggio dei treni in città causerà ai cittadini che vivono lungo la linea ferroviaria, come il rumore, le forti vibrazioni e l’inquinamento da pulviscolo atmosferico, oltre ai rischi di possibili incidenti.

Tra questi, i danni alle tre aziende dolciarie del territorio novese – Gambarotta, Novi Elah Dufour e Pernigotti – le quali, costeggiate dalla linea ferroviaria e a pochi passi dal cantiere già attivo della Barbellotta, saranno obbligate a intervenire per evitare l’inquinamento di sabbia, terra di scavo, cemento residui provenienti dalla lavorazione e il confezionamento del calcestruzzo. Gravi anche conseguenze sul Rio Gazzo, con l’inibizione del funzionamento del canale di deviazione causata dal passaggio della linea, e il possibile rischio di esondazione, durante i periodi di forti piogge, in via Mazzini dove il rio si restringe passando in tubazione, causata dai versamenti di tutte le acque bianche e nere provenienti da cantieri, interconnessioni ed edifici che si aggiungeranno a quelle già presenti del Retail Park.

“Noi ci siamo sempre espressi favorevoli all’opera, che riteniamo potrà essere una fonte di sviluppo soprattutto per le nostre industrie, ma essere contrari o favorevoli non vuol dire non vedere l’evidenza. Vogliamo che l’opera venga fatta con criterio e nella salvaguardia della sicurezza della città, e che i cittadini prendano coscienza di quello che succederà prima che si trovino il problema sotto casa, quando ormai  sarà troppo tardi”, hanno spiegato i due portavoce del comitato, annunciando di voler invitare un comitato formatosi in una città della Lombardia che sta vivendo lo stesso problema, ricalcando l’esperienza di qualche anno fa con il comitato “Il Mondo che vorrei” di Viareggio, il quale portò a Novi la terribile testimonianza dell’incidente ferroviario del 29 giugno 2009.

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