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Cronaca

Torino, Sappe: “Droga e cellulari al carcere Lorusso-Cotugno”

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TORINO – Droga e telefoni cellulari sono stati scoperti all’interno della Casa circondariale “Lorusso-Cutugno”, a Torino, dalla Polizia Penitenziaria. Lo rende noto Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Ieri sera, verso le 23, dall’esterno del muro di cinta, dei soggetti lanciavano all’interno del carcere un involucro. Il poliziotto addetto alla Sala Regia, notando quanto accaduto ha avvisato tempestivamente la sorveglianza Generale che ha subito provveduto al sequestro dell’involucro contenete circa 50 gr di hashish e due micro telefoni. Per questo, il SAPPE torna a evidenziare che è assolutamente necessaria potenziare tecnologicamente la Sala Regia, fulcro del monitoraggio della sicurezza interna ed esterna, il ripristino del servizio delle sentinelle sul muro di cinta nonché urgentissimi interventi per rendere sempre funzionanti ed efficienti i sistemi anti-scavalcamento ed anti-intrusione. Ma fondamentale è anche che vengano assegnati alla Direzione del carcere di Torino anche i fondi per l’acquisto di apparecchi inibitori ai droni (capaci di arrivare fin sulle finestre delle celle”.

Foto di repertorio

Per Donato Capece, segretario generale SAPPE, “questo episodio riporta prepotentemente all’attenzione la problematica, peraltro comune a tutti gli istituti penitenziari, dell’introduzione e del possesso di microcellulari, che oramai hanno dimensioni sempre più ridotte, da parte dei detenuti. Ci auguriamo che al più presto, il personale del Corpo di polizia penitenziaria venga dotato di apposite strumentazioni per contrastare questo fenomeno”. Per questo, il leader del SAPPE “auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue criticità e problematiche del sistema, partendo dalle continua ed inaccettabili aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, oramai all’ordine del giorno”. Ma il SAPPE denuncia le ipocrisie e la diffusa indifferenza dell’Amministrazione Penitenziaria, a cominciare dai vertici del Provveditorato regionale di Torino e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria: “Servono provvedimenti di contrasto alle violenze che avvengono quotidianamente in carcere e contro chi se ne rende responsabile, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno e non sono minimamente considerati da parte di questa amministrazione matrigna”. “Pensate”, conclude Capece, “che a fronte delle centinaia e centinaia di eventi critici che accadono e che spesso soccombere i poliziotti penitenziari, a Milano l’omonimo provveditore ha ritenuto opportuno, dal fresco del suo ufficio, richiamare coloro che stanno nella prima linea delle sezioni detentive, ossia le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, ad un corretto uso dei mezzi di coercizione verso i detenuti violenti. Pazzesco!”.

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