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Cronaca

Ex Ilva: il “No” di ArcelorMittal potrebbe far chiudere gli stabilimenti del Nord Ovest

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Ex-Ilva, il “no” di ArcelorMittal all’aumento di capitale proposto dal governo in Acciaierie d’Italia fa degenerare la già gravissima situazione di tutto il settore, potrebbe portare addirittura alla chiusura gli
stabilimenti del Nord Ovest (Piemonte e Liguria). Il segretario provinciale della Fiom di Alessandria, Cantello, ha dichiarato: “Dopo mesi di agonia sentirsi dire che Arcelor non è disposta a ricapitalizzare
nemmeno come socio minoranza fa rabbia. Da Genova l’assessore ligure Alessio Piana ha dichiarato : “il
disimpegno di Mittal è l’apice di una gestione disastrosa dell’azionista di maggioranza”. E sempre dalla Liguria, l’onorevole Luca Pastorino del PD ha scritto: il problema ex-Ilva è stato sottovalutato, mi auguro ci sia subito un piano B”.

“La telenovela sull’ex Ilva deve finire al più presto Il Governo deve assumersi fino in fondo le proprie responsabilità mettendo nuove risorse e diventare azionista di maggioranza, come da tempo chiedono i sindacati. – ha dichiarato l’On. del PD Federico Fornaro – Il socio privato ha confermato purtroppo tutti i timori e i dubbi presenti fin all’inizio e di non essere interessato al futuro di Acciaierie Italia. Il Governo ha il dovere garantire un futuro all’azienda, ai lavoratori e al più grande gruppo siderurgico italiano con impianti produttivi a Taranto, Genova e Novi Ligure), garantendo un piano di investimenti e la prosecuzione del risanamento dell’area tarantina. Il tempo è scaduto e ogni giorno che passa dal ritorno dell’azienda in mani statali aumenta i rischi di attraversare il confine del non ritorno e della chiusura delle produzioni”.

“Credo che dopo la rinuncia di ieri da parte di Mittal a partecipare all’aumento di capitale sia necessario che il Governo faccia un passo avanti, con un piano che sia di breve, di medio e di lungo periodo”. – ha detto invece il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine del Consiglio regionale – La riconduzione sotto la responsabilità diretta del pubblico di quella fabbrica per un periodo di tempo sufficientemente lungo a realizzare un piano industriale e sufficiente per trovare un nuovo partner che affianchi il pubblico nella gestione mi sembra la via principale, forse ormai la via obbligata da seguire – ha aggiunto Toti -. Mi auguro ovviamente che si faccia in fretta: nessuna nostalgia delle partecipazioni statali, ma non vorremmo che di fronte al rifiuto di Mittal si buttasse, come si dice, il bambino con l’acqua sporca”.

“Credo – ha concluso – che ci siano partner industriali in grado di affiancare lo Stato in quell’attività, che l’Italia non debba rinunciare all’acciaio e che lo Stato possa traghettare, lo ha già fatto in altri periodi e con altri Governi, questa fabbrica a una soluzione speriamo definitiva dei suoi problemi”.

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