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Cronaca

Approvata alla Camera mozione unitaria sul deposito nucleare

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ROMA – Approvata a larga maggioranza oggi, martedì 13 aprile, a Montecitorio la Mozione Unica sull’individuazione del sito per il Deposito nazionale scorie radioattive.

“La Mozione Unica sull’individuazione del sito per il Deposito nazionale scorie radioattive, che come Lega abbiamo formulato e contribuito a far approvare alla Camera dei Deputati, rappresenta un significativo passo in avanti in materia, in termini di vincoli e di trasparenza. Per porre rimedio agli errori di metodo del precedente Governo Conte, che aveva desecretato in maniera maldestra documenti riservati, creando caos, paura e legittima preoccupazione sui territori, è oggi assolutamente necessario che il Parlamento dia un indirizzo chiaro su come applicare la normativa che ha dato adito a ingiustizie sui territori” – commenta “a caldo” il presidente del Gruppo Lega alla Camera dei Deputati, l’On, Riccardo Molinari, primo firmatario della mozione.

Nella mozione, inoltre, si stabilisce che la localizzazione definitiva del sito avverrà mediante una procedura di dibattito pubblico che, per legge, è basata su un processo di coinvolgimento dei territori con l’obiettivo di arrivare ad una soluzione condivisa con le comunità locali attraverso un processo incentrato sui principi dell’informazione, della trasparenza e del coinvolgimento”.

“In ogni caso – sottolinea l’On. Molinari – come da nostra proposta dovranno essere escluse le aree nei siti definiti dall’Unesco «Patrimonio dell’umanità», ma anche le aree agricole di pregio e quelle su cui già grava una notevole pressione sul fronte dell’inquinamento ambientale. Rispetto alle 67 aree indicate nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), che ben 8 siano in Piemonte, e addirittura 6 in provincia di Alessandria, è un elemento assolutamente anomalo, che rende necessario un approfondito percorso di analisi, per valutare l’impatto sul territorio in termini di salute e sicurezza, ma anche rispetto alle attività economiche esistenti. Anche l’opzione Bosco Marengo, a pochi chilometri in linea d’aria dallo stabilimento Solvay di Spinetta Marengo, appare quanto meno discutibile. Complessivamente, ritengo che le aree alessandrine e piemontesi individuate siano assolutamente inidonee, e come Lega auspichiamo una riflessione pubblica e trasparente, con ampio coinvolgimento delle comunità locali”.

“L’approvazione ad ampia maggioranza della nostra proposta – conclude il Capogruppo alla Camera della Lega – è un risultato importante, e tutt’altro che scontato. Si tratta del frutto di oltre un mese di confronto dialettico con le altre forze politiche di maggioranza, che oggi naturalmente ringrazio per la collaborazione, e per aver compreso lo spirito di tutela dei territori e delle comunità che sta alla base della Mozione. Con l’impegno votato dalla Camera abbiamo fatto un grande passo in avanti per tutelare la provincia di Alessandria”.

“L’individuazione di un unico sito per lo stoccaggio dei rifiuti nucleare crea allarme ed è stato quindi corretto ampliare i tempi per le osservazioni dei comuni e delle associazioni. Ed è giusto aprire un ampio confronto chiaro e trasparente nella seconda fase del seminario con gli enti locali e con i cittadini per l’individuazione del sito. – ha commentato in Aula il capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro Alla fine del procedimento attivato arrivare a definire un unico deposito nazionale dei rifiuti nucleare non sarà un compito semplice. Avere un unico luogo dove stoccare i rifiuti nucleari è però giusto non soltanto dal punto di vista economico ma da quello della sicurezza. L’individuazione di questo sito deve essere fatto con trasparenza, chiarezza e partecipazione. Fondamentale sarà poi la fase di approfondimento che vedrà protagoniste le comunità, il territorio, le associazioni. Abbiamo proposto che tra i criteri per l’individuazione definitiva sia inserito un dato oggettivo: l’indice di pressione ambientale nel raggio di 20 km dal sito. Così come è giusto escludere dai siti idonei quelli con aree agricole di qualità, le aree Unesco con le relative buffer zone”

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