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Cronaca

Al carcere di San Michele carenza di agenti e troppi detenuti

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ALESSANDRIA – Carenza di organico, sovraffollamento dei detenuti e continue aggressioni al personale della polizia penitenziaria.

Sono queste le principali cause dello stato in cui versa già da diverso tempo la Casa di Reclusione San Michele, che il primo maggio è stato nuovamente teatro di episodi di violenza e protesta da parte di un detenuto.

I Sindacati della Polizia Penitenziaria Sappe, Sinappe, Osapp, Uspp, Fns-Cisl, Cnpp, Cgil lamentano una carenza di organico “dovuto ad una pianta organica errata, dalla quale ne consegue una difficoltà di copertura dei posti di servizio e continuo carico sugli uffici che si trovano a dar supporto al personale delle sezioni, anziché garantire il regolare svolgimento del servizio”.

Altro grave problema quello del sovraffollamento dei detenuti, soprattutto dovuto alla permanenza di soggetti che creano criticità e che non vengono trasferiti in altri istituti. “Si vuole altresì sottolineare che nonostante il sopraccitato sovraffollamento il flusso in entrata di altri soggetti problematici prosegue, impedendo di fatto di alleggerire le criticità che già preesistenti. – continuano i sindacati – Le aggressioni al personale sono ormai all’ordine del giorno”.

I sindacati, pertanto, chiedo a gran voce “a chi di dovere, di intervenire sull’operato di questa Direzione che non risponde alle richieste del personale e allo stesso tempo rallenta le istanze e aspettative della popolazione detenuta e che come diretta conseguenza la di loro frustrazione si ripercuote giornalmente sul personale operante ed è spesso causa di eventi critici quotidiani”.

Chiedono inoltre “l’invio di Personale per sopperire la carenza gravosa in cui versa la Casa di Reclusione San Michele” e il cui personale al momento “svolge turni programmati di otto ore che spesso si protraggono all’infinito”, il trasferimento di detenuti che si sono resi e si rendono colpevoli di comportamenti turbativi dell’ordine e della sicurezza e un chiarimento riguardo l’assetto istituzionale dei due Istituti alessandrini “che dopo l’unificazione della Direzione ha visto un costante peggioramento nella gestione di entrambi gli Istituti”.

“Nell’ultimo trimestre, solo alla Casa di Reclusione sono arrivati circa 70 detenuti, parte dei quali, con fine pena da Casa Circondariale determinando la mancata omogenizzazione dei detenuti, impedendo lo sviluppo del progetto ‘Agorà’, da anni progetto primario trattamentale di San Michele per il quale ci sono stati notevoli investimenti, i quali hanno modificato la stessa struttura del carcere, a oggi non più adeguata a livelli di sicurezza in rapporto alla popolazione detenuta assegnata. Pertanto si chiede chiarezza sul Progetto Agorà.” – concludono i sindacati.

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