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Cronaca

Addio a Dario Fornaro, ex direttore dell’Unione industriale

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ALESSANDRIA- Alessandria dice addio a Dario Fornaro, ex direttore dell’Unione industriale. Il suo corpo si è spento nella notte a causa di una malattia. Fornaro aveva ripreso a scrivere le sue analisi puntuali su fatti d’attualità ed economia cittadina per l’associazione Città Futura, guidata da Renzo Penna.

Foto di repertorio

Il ricordo di Renato Balduzzi:

Di Dario Fornaro colpivano due caratteristiche che ne qualificavano la viva intelligenza: l’ironia e la curiosità intellettuale.

Un’ironia mai cinica, amara o compiaciuta, ma sempre affettuosa o almeno partecipe: si potrebbe qualificarla come uno sguardo lucido sul mondo, attento all’interiorità delle persone e realista, ma non sconsolato o fatalista. Un’ironia molto manzoniana, che gli ha consentito, in sede professionale, di appianare tante tensioni, inevitabili nei decenni in cui ha avuto ruoli di direzione nell’organizzazione confindustriale della nostra provincia, e di costituire, nel dibattito cittadino, una coscienza critica mai pedante o narcisistica.

Accanto all’ironia, la curiosità intellettuale: non si contano le iniziative alle quali Dario ha dato vita o ha concorso, i campi nei quali ha spaziato, gli stimoli che ha fornito, soprattutto ai più giovani. Mi limito a ricordare alcuni esempi che ci hanno visti insieme, dalla rivista Nuova Politeia al Centro di cultura dell’Università Cattolica. Proprio nella sede del Centro di cultura incontrai per la prima volta Dario, presentatomi dall’allora presidente on.le Giovanni Sisto: del direttivo del Centro Dario è stato componente sin dall’inizio, nel lontano 1970, e al suo interno, insieme a Giacomo Balduzzi, ha promosso in anni recenti la biblioteca “Giovanni Sisto”, secondo la formula originale di una biblioteca che non acquista ma che riceve materiale bibliotecario, contribuendo anche personalmente attraverso la donazione di molti volumi della propria biblioteca e di altrimenti introvabili collezioni di riviste.

Ho lasciato per ultima quella che tuttavia è stata la cifra più profonda di Dario: la sua fede nel Cristo morto e risorto, profonda, intima, mai ostentata, sempre praticata e condivisa con quanti fossero disponibili. Una fede cresciuta e maturata in quel fecondo vivaio che fu in Alessandria la Parrocchia della Pista negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso (e qui il ricordo va all’indimenticabile don Antonio Demartini e altresì al papà di Dario, il cav. Fornaro) e che si irrobustì negli anni del dopo-Concilio, grazie anche alla presenza dei quasi suoi coetanei ed amici don Giorgio Guala e don Maurilio Guasco. Nella sua fede cristiana trovava la propria base quel realismo non fatalista di Dario, che gli ha permesso di essere consigliere prezioso, dirigente equilibrato, amico vero.

Ciao Dario, ora che hai raggiunto la tua amatissima Carla, continua a guardarci con l’ironia buona che hai sempre regalato ai tuoi amici.

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