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Cronaca

Mottarone: al via, domani, la perizia per accertare le cause della tragedia

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Inizieranno domani le perizie per accertare le cause della strage della funivia del Mottarone che, lo scorso 23 maggio, ha visto morire a 14 persone: erano turisti a bordo della cabina numero 3 ed erano salite per trascorre ore spensierate con davanti agli occhi la vista del lago Maggiore e delle isole borromee.

A pochi metri dall’arrivo in vetta, la cabinovia su cui viaggiavano si è però bloccata per poi precipitare per oltre 20 metri e schiantarsi poi contro un pilone e al suolo. Quella fune di trazione spezzata, è lo specchio di altrettante vite interrotte da una tragica sorte. Unico sopravvissuto: il piccolo Eitan, figlio di una coppia di deceduti nell’impatto.

Il ritrovo per il sopralluogo peritale, con l’incognita del maltempo, è in programma al lido di Carciano, a Stresa: ci saranno i periti del tribunale, i consulenti tecnici della Procura, dei 12 indagati e delle 53 parti offese, gli avvocati delle varie parti. Il Gip di Verbania Elena Ceriotti aveva stabilito, durante la prima udienza dell’incidente probatorio, lo scorso 22 luglio, di verificare – attraverso appunto perizia – se siano state adottate tutte le procedure previste per garantire la sicurezza di quell’impianto, con riferimento alle norme del settore, alla progettazione, alla manutenzione e alla gestione operativa. Andranno accertate anche eventuali violazioni di “specifiche regole cautelari e dei generali principi di prudenza, diligenza e perizia. 

Il 30 agosto partirà l’analisi della scatola nera. Dovrebbero servire 3 mesi per terminare il lavoro di indagine, con deposizione delle relazioni entro il 3 novembre, mentre il 16 dicembre i periti incaricati dal tribunale dovranno presentare in aula le loro analisi. Al sopralluogo di domani dovrebbe partecipare – fra gli indagati – Enrico Perocchio, direttore di esercizio della funivia e responsabile della sicurezza, che ha dichiarato – già nell’udienza del 22 luglio – di essere dispiaciuto per le vittime, ma di sentirsi sereno perché aveva rispettato le regole. Perocchio aveva anche affermato che il personale operativo mai gli aveva comunicato di aver messo in funzione l’impianto, in alcune occasioni, con i forchettoni innestati. Proprio sui forchettoni, inseriti nella cabina precipitata, verrà posta particolare cura da parte del collegio dei periti: i ceppi non consentivano ai freni di emergenza di funzionare.

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