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Cronaca

Coronavirus, Piemonte: 727 nuovi casi, 30 nell’Alessandrino

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PIEMONTE – L’Unità di Crisi della Regione Piemonte comunica che ad oggi, sabato 30 gennaio, sono 727 i nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 140 dopo test antigenico), pari al 3,2% dei 23.052 tamponi eseguiti, di cui 16.919 antigenici. Dei 727 nuovi casi, gli asintomatici sono 283 (38,9%). I casi sono così ripartiti: 135 screening, 374 contatti di caso, 218 con indagine in corso: per ambito: 47 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 73 scolastico, 607 popolazione generale. Il totale dei casi positivi diventa quindi 226.587 così suddivisi su base provinciale: 20.267 (+30) Alessandria, 11.783 Asti, 7805 Biella, 31.226 Cuneo, 17.762 Novara, 118.220 Torino, 8437 Vercelli, 8132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre 1153 a residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1802 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Sono 59 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid). Il totale è ora di 8.833 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1332 (+5) Alessandria, 573 Asti, 368 Biella, 1040 Cuneo, 732 Novara, 4.019 Torino, 403 Vercelli, 285 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 81 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte. I pazienti guariti sono complessivamente 205.389 (+823 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 17.892 (+42) Alessandria, 10.562 Asti, 7076 Biella, 28.721 Cuneo, 16.077 Novara, 107.343 Torino, 7702 Vercelli, 7320 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1052 extraregione e 1644 in fase di definizione. I ricoverati in terapia intensiva sono 150 (-0 rispetto a ieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 2127 (-36 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 10.088. I tamponi diagnostici finora processati sono 2.488.856 (+23.052 rispetto a ieri), di cui 1.024.727 risultati negativi.

Sono 5693 le persone che hanno ricevuto il vaccino anti-Covid comunicate oggi all’Unità di Crisi della Regione Piemonte (dato delle 17.30). A 5638 somministrata la seconda dose. Sono state inoculate finora 178.922 dosi (42.745 come seconda), 89% delle 200.980 disponibili per il Piemonte.

ntanto, si è tenuta oggi la riunione convocata dal commissario Arcuri con le Regioni per discutere del calendario degli arrivi dei vaccini in Italia, alla luce delle riduzioni nelle consegne annunciate dalle ditte produttrici. Domani 31 gennaio dovrebbero essere distribuite in Piemonte le prime 4.800 dosi di Moderna. Le altre due consegne sono in programma per la settimana dell’8 e per quella del 22 febbraio, ma con un taglio già annunciato di circa il 20% rispetto a quanto preventivato.
Confermate, al momento, le quattro forniture di febbraio di Pfizer.
Per quanto riguarda AstraZeneca, la consegna delle prime 428.440 dosi in Italia sono state anticipate alla settimana dall’8 al 14 febbraio. Non sono ancora state stabilite le quantità destinate a ciascuna Regione, che dovrebbero essere parametrate sulla popolazione generale. Al Piemonte spetterebbe quindi il 7-8% delle dosi. Nel pomeriggio, nel frattempo, è arrivata la registrazione del prodotto di AstraZeneca da parte di Aifa, con l’indicazione di un utilizzo preferenziale dai 18 ai 55 anni.

«Alla luce di questa raccomandazione – sottolinea Antonio Rinaudo, commissario dell’Area Giuridico Amministrativa dell’Unitá di crisi della Regione Piemonte – siamo pronti, anche sulla base delle direttive che arriveranno da Roma, a riorganizzare immediatamente il calendario vaccinale». «Al di là delle nuove indicazioni più o meno favorevoli sulle prossime consegne dei vaccini – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte e coordinatore nazionale della Commissione Salute, Luigi Genesio Icardi -, a livello nazionale restano da definire correttamente i criteri per la ripartizione dei vaccini. Su questo aspetto le Regioni torneranno a riunirsi a breve. Nella prossima fase dedicata agli ultraottantenni, l’assegnazione dei vaccini in proporzione alla quota di popolazione penalizzerebbe quelle Regioni, come il Piemonte, che registrano una maggiore percentuale di anziani. Sarebbe più corretto considerare una distribuzione proporzionale al numero di anziani di ogni Regione, a seconda delle fasce di età che verranno via via prese in considerazione per la vaccinazione, secondo le priorità stabilite dal Parlamento».

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