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Cronaca

Piemonte: polemica sui fondi per la bonifica dell’amianto

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TORINO – Se chi è colpito da mesotelioma – il tumore collegato all’esposizione di amianto – può dire di aver avuto un poco di giustizia con uno stanziamento di 4 milioni di euro a favore dei malati di mesotelioma non professionale – in seguito all’emendamento proposto dall’On. Pd Debora Serracchiani e sottoscritto anche dal parlamentare alessandrino Federico Fornaro, capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, resta invece l’amaro in bocca a chi, in Piemonte, ha pagato un caro prezzo al colosso Eternit e ora – come sottolineato l’assessore regionale all’Innovazione Matteo Mornati – si ritrova relegata in serie B.

Il servizio andato in onda nel nostro TG

Il governo ha infatti assegnato, lo scorso dicembre, 385 milioni di euro alle bonifiche in edifici pubblici di tutta Italia. Lo stanziamento, spalmato tra le regioni, vede agli antipodi la Sicilia, con 107 milioni e la Valle d’Aosta, con 800.478. In Piemonte, cui arriverà 1 milione 161.800 euro, la polemica è servita: Marnati ribadisce il fatto che questa regione, dove si è stati tra i più virtuosi nelle bonifiche (basti pensare al caso “Casale Monferrato”, la città più bonificata d’Italia) viene trattata come fanalino di coda, l’On. Riccardo Molinari, presidente del gruppo della Lega alla Camera dei deputati e segretario della Lega in Piemonte, chiede che si ponga rimedio ad una “scelta illogica e squilibrata”. Ora, al di là della querelle tra palazzo Lascaris retto da Alberto Cirio e il governo Pd-Movimento 5 Stelle, di fatto alla regione Piemonte mancano 14 milioni di euro già stanziati dallo Stato, ma è anche vero che questo territorio – in virtù proprio del suo impegno nel debellare l’amianto dalla faccia della Terra – ha ricevuto negli anni fondi molto cospicui per le bonifiche.

Casale Monferrato, città simbolo a livello internazionale e definita un “modello da esportare nel mondo” in termini di prevenzione e di lotta all’amianto, è l’esempio di come ci si possa risollevare dal macigno oscuro della fibra killer che ha distrutto le vite di migliaia di famiglie e fa ammalare ancora oggi molte persone. Prescritto il maxiprocesso Eternit, quest’onta giudiziaria fu risarcita dallo Stato con 65 milioni, suddivisi in tre tranche, con l’impegno di utilizzarlo per eliminare l’asbesto.

E così è stato fatto: nessun tetto pubblico, a Casale, è coperto da amianto e se, da ristrutturazioni di vecchi edifici, emergono siti da polverino, si procede in tempo reale alla bonifica. Intanto dall’assessorato regionale all’Ambiente arriva la segnalazione dello sblocco, da parte dello Stato, di 1 milione e 700 mila euro per bonificare edifici pubblici piemontesi. Denari che – suggeriscono da palazzo Lascaris – potrebbero essere impiegati per completare la rimozione dell’ultimo 2% delle scuole che hanno ancora tetti d’amianto.

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