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Economia

Verso la stretta di Natale, ristoratori in bilico

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Mancano 8 giorni al Natale e i ristoratori sono in bilico, perché non sanno ancora se potranno rimanere aperti o no durante i giorni di festa.

Con loro quella fetta di italiani che aveva messo in conto di concedersi, pur nel rispetto del distanziamento sociale e di tutte le restrizioni Covid, un’uscita natalizia fuori dalle mura di casa, ma – ad oggi – regna il caos più totale e nessuno sa quale sarà la decisione definitiva che verrà presa dal governo in quest’ultimo scorcio di 2020.

Solo la regione Veneto – assediata dai contagi – ha le idee chiare e già da domani e fino al 6 gennaio vara una stretta, vietando di uscire dal comune di residenza dopo le 14. Una misura forte, presa per cercare di evitare la terza ondata di pandemia. Il fatto è che, se da un lato si va verso l’autorizzazione delle visite a Natale solo per i parenti stretti (massimo due persone), dall’altro sale l’ansia dei ristoratori che, già fortemente penalizzati da una serie di chiusure a singhiozzo e di divieti in divenire che li ha portati in molti a casi a riorganizzarsi col servizio di asporto o a domicilio, vivono alla giornata e che, avendo ricevuto numerose prenotazioni per il pranzo di Natale, rischiano ora di dover buttare via tutte le forniture nel caso in cui il governo decida di incrementare le restrizioni anti Covid, chiudendo quindi i ristoranti.

Alcuni imprenditori di questo comparto non ci stanno e, già nei giorni scorsi, hanno annunciato a malincuore che il 25 dicembre non apriranno il loro locale a quanti avrebbero voluto trascorrere qualche ora di sospirata normalità, pur in un momento dove tutto sembra stridere con questa parola.

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