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Cronaca

Processo Sansebastiano: Damonte condannata a un anno

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ALESSANDRIA – L’architetto Gianna Damonte, funzionaria dell’agenzia territoriale della casa di Alessandria è responsabile, ma solo colposamente, della morte del collega Riccardo Sansebastiano, causata da asfissia da strangolamento.

La Corte d’Assise di Alessandria che l’ha giudicata per omicidio preterintenzionale, l’ha condannata a un anno per omicidio colposo, con l’aggravante della previsione dell’evento e la concessione delle attenuanti prevalenti sulle aggravanti.

I giudici, presieduti da Maria Teresa Guastino, hanno accolto la tesi del difensore Stefano Savi e disatteso sia quelle del pubblico ministero Fabrizio Alessandria, che aveva proposto sei anni, quale colpevole della più grave accusa che quelle dell’avvocato di parte civile Massimo Grattarola, che si è battuto in aula per i tre figli della vittima.

Lui farà ora una causa civile per il risarcimento danni, mentre il pm, dopo la lettura delle motivazioni della sentenza, deciderà se ricorrere in appello.

Riccardo Sansebastiano morì il pomeriggio dell’11 luglio 2016 nella mansarda di una palazzina di via Maggioli ad Alessandria, dove si incontrava con la collega a cui era legato sentimentalmente da oltre vent’anni.

Il decesso avvenne per un gioco erotico. Si era fatto legare e ammanettare dalla donna e non era assolutamente in grado di liberarsi quando ebbe un malore, anche a causa del caldo molto intenso di quel pomeriggio, cessando di vivere. Durante l’arringa il pm ha sostenuto che anche se per la coppia era pratica comune, lei non doveva lasciarlo tre ore da solo in una situazione voluta ma pericolosa, aggravata dal caldo torrido e dall’ingestione di alcol, un drink al posto del pranzo.

Il difensore, ha invece sostenuto che l’imputata, si era limitata ad assecondare la precisa volontà del partner: tutto faceva parte del gioco, caldo compreso, ed è stata la vittima a mettersi in quella situazione, consapevole di quello che faceva e la legge non impedisce quei giochi

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