Cronaca

Comitato Stop Solvay, il Sindaco di Alessandria: “Bisogna individuare le azioni da intraprendere”

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ALESSANDRIA- “I prossimi mesi saranno decisivi”.

È delle ultime ore la notizia riguardante le note scritte dal Sindaco Abonante in merito alla situazione di Spinetta Marengo, una indirizzata ad Alberto Cirio e una ai vertici regionali della sanità, per spiegare le problematiche legate alla presenza di PFAS nel sangue, nel cibo, nell’aria e in tutto il territorio alessandrino, ma non solo.
“Sono i primi, piccoli passi mossi dalle amministrazioni su questo tema, derivanti anche dalle nostre iniziative e denunce di questi anni e dai dati inconfutabili sulla tragedia provocata dal polo chimico a Spinetta. Accogliamo questi passi con piacere, ma sappiamo non essere sufficienti” commenta la portavoce del Comitato Stop Solvay Viola Cereda – il Comitato, infatti, chiede ormai da anni un intervento attivo da parte delle istituzioni, ottenendo solo assordanti silenzi o lo schieramento a favore del colosso chimico”.
“Dopo anni di mutismo da parte di chi ci governa e di chi dovrebbe tutelarci questa iniziativa del Sindaco rappresenta sicuramente una novità, ma dall’attuale amministrazione ci aspettiamo qualcosa in più: il neo eletto sindaco ha fatto della tutela ambientale e della salute pubblica due delle principali componenti della sua campagna elettorale. Vogliamo ricordargli che la sua posizione gli impone di tutelare la salute pubblica, gli consente l’azione diretta sul polo chimico e una presa di posizione decisamente più netta: chiedere aiuto alla Regione non può e non deve essere l’unica strada percorribile” prosegue Viola.
Il sindaco propone la costruzione di un tavolo tecnico che individui le “azioni da intraprendere“, che per noi sono da sempre molto chiare: la chiusura della fabbrica e la bonifica di quei territori sono l’unica soluzione; gli abitanti di Spinetta non sono più disposti a morire in nome del profitto, e non sono più disposti a morire in silenzio per consentire a Solvay di produrre indisturbata; a questo si devono aggiungere il completamento della già citata terza fase dell’indagine epidemiologica e un biomonitoraggio della popolazione. I prossimi mesi saranno decisivi: vogliamo che il lavoro dell’Università di Liegi non vada perduto nè dimenticato, per cui continueremo a collaborare con gli studiosi e le studiose che ci hanno permesso di portare questo livello di consapevolezza. Vogliamo che chi abita territori inquinati come il nostro sia nella condizione di prendere attivamente parte alla lotta per la salute, questo non è il momento di fermarsi ma di portare avanti le nostre istanze come siamo sempre stati in grado di fare ” conclude la portavoce del Comitato Stop Solvay.

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