Cronaca

Il ricordo di Elda Lanza

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CASTELNUOVO SCRIVIA – Si è spenta questa mattina, all’età di 95 anni, Elda Lanza, giornalista, scrittrice e prima presentatrice della Rai.

Il servizio andato in onda nel nostro TG

Elda Lanza – nota nella storia del “piccolo schermo” per essere stata la prima presentatrice della Rai – si è spenta poco prima dell’alba, nella sua casa di Castelnuovo Scrivia in cui viveva con il marito Vitaliano Damioli: la torre del castello e la vista sulla piazza medievale di questo paese dell’Alessandrino l’avevano conquistata e lei, milanese di papà siciliano, aveva scelto il centro zona della Bassa Valle Scrivia come buen retiro per la vecchiaia. In realtà questa signora della tv, esperta di galateo, giornalista e scrittrice, non si era mai fermata.

Neanche il male che se l’è portata via all’età di 95 anni le ha tolto la lucida ironia con cui sapeva assaporare la vita. Fino a pochi giorni prima che le forze l’abbandonassero aveva chiesto al sindaco Gianni Tagliani uno spazio sul periodico “Il Comune”, dalle cui pagine – a causa della malattia – si era rivolta, congedandosi, alla fine dell’estate ai lettori: informandoli sul suo precario stato di salute, li aveva invitati a sorriderle, quando l’avessero incontrata in paese.

Elda era una donna molto bella ed orgogliosa e non sopportava la compassione: aveva deciso di smettere di tenere la rubrica cui era così legata, perché molto affaticata, ma “qualcosa dentro” le aveva poi detto che doveva scrivere un ultimo pezzo, quello intitolato <La nostra sanità>, dove ringraziava il servizio sanitario nazionale e tutti i medici e i volontari delle cure palliative che le stavano accanto con un’attenzione rara.

Questa donna – abituata ad essere corteggiata da programmi televisivi nazionali e locali dove parlava di stile, di giornalismo e di storia del costume –  sentiva di doversi raccontare ancora ai suoi concittadini. Perché Elda Lanza, che si era conquistata sul campo la stima del pubblico italiano, ha avuto la sana brama di volersi meritare, prima di tutto, l’affetto dei castelnovesi, che l’hanno dapprima ammirata per la sua cultura e per i suoi modi eleganti e risolutivi e poi hanno imparato a conoscerla, scoprendola e riscoprendola nei suoi 22 anni di “castelnovesità”.

Lei che, giovanissima femminista, ha partecipato alla lotta partigiana e che aveva poi studiato all’università Cattolica di Milano e alla Sorbona di Parigi, nel 1952 venne contattata dalla neonata televisione di Stato, lavorando ai primi programmi sperimentali: moda e non solo, al fianco di vari registi, tra i quali Romolo SienaSergio SpinaGianni SerraSergio Miniussi. Dopo un periodo di assenza dagli schermi, perché impegnata come testimonial per la pubblicità, tornò a condurre la trasmissione di consigli librari per ragazzi “Avventure in libreria”.

Esperta di comunicazione, lasciò la Rai per intraprendere un altro percorso, insieme al marito Vitaliano Damioli, che aveva un’agenzia pubblicitaria a Milano: dalla loro unione nacque Max, oggi psicologo e performer coach.

Lei, che ha avuto amicizie intense con Walter Chiari, Dario Fo, Ugo Tognazzi, Giorgio Gaber, Franca Rame, ma anche con Umberto Eco e “l’intellighenzia” degli ultimi 50 anni della storia italiana, ha scritto venti libri nell’ultimo decennio, che l’hanno fatta diventare la diciannovesima autrice più letta in Italia. Romanziera di fama, era stata ribattezzata “La Camilleri in gonnella”per il suo accattivante modo di scrivere noir (genere in cui si è cimentata, con successo, non molti anni fa, guadagnandosi l’appellativo di “Signora del giallo italiana”).

Tante volte ospite anche negli studi alessandrini di 7Gold, di recente era uscito il suo ultimo giallo, intitolato “La Farfalla Pavone”(ed. Lisciani Libri). Nominata commendatore dall’allora prefetto Romilda Tafuri, è stata anche presidente della biblioteca di Castelnuovo Scrivia. Per tutti, in paese, era semplicemente Elda: un nome pronunciato tutto d’un fiato, con rispetto ed orgoglio. Una “padellina” d’adozione, come vuole il detto castelnovese, che ha chiesto di essere ricordata con un incontro fatto di qualche chiacchiera, una bicchierata e un po’ di cultura.

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