Cronaca

L’odissea del Bonus Vacanze

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Sarà un’estate all’insegna delle bellezze italiane e, per chi potrà usufruirne, del Bonus Vacanze, l’incentivo incluso nel decreto Rilancio per aiutare il settore turistico italiano a uscire dalla crisi.

Peccato però, almeno a quanto riferisce una recente indagine di settore, che sarà alquanto difficile trovare le strutture che vi aderiscono: si parla di 4 hotel su 100. I più hanno fatto sapere che non accetteranno il bonus vacanze perché l’iter previsto è troppo tortuoso.

Gli hotel e gli alberghi a gestione familiare non sono preparati a gestire la domanda e, secondo diverse associazioni di categoria, dover assumere un professionista per sistemare i documenti ha scoraggiato molti. E poi, prima ancora di sondare il terreno su chi accetta cosa, c’è la questione requisiti e il modo per potersi considerare “dentro” ad un’idea che può diventare una concreta opportunità di risparmio.

Insomma la burocrazia e la procedura digitale connessa fanno scappare la pazienza anche ai potenziali vacanzieri “più predisposti”. Per guadagnarsi il contributo bisogna infatti conoscere l’Isee del proprio nucleo familiare, visto che solo se non supera i 40mila euro si ha diritto al contributo. Chi ha poca dimestichezza con la dichiarazione dei redditi dovrà per forza prendere appuntamento con un Caf o con un commercialista.

Chi se la sente di fare da solo, può procedere con una domanda precompilata sul sito dell’Inps. Tutto qui? E no: per proseguire in questa sorta di “giochi senza frontiere” anche se non si è ancora in spiaggia, serve un’identità digitale, la cosiddetta Spid, che a sua volta richiede una verifica via webcam o di persona. C’è poi l’inserimento dei dati su uno dei siti e, nel caso in cui si chieda un appuntamento, l’attesa può protrarsi per alcune settimane.

Una volta ottenuta l’agognata Spid si può completare la domanda sul sito dell’Inps. Secondo step, dei molti già elencati: scaricare la app ‘IO’, compilare i campi necessari e ottenere il bonus. In alcuni casi però il software non riconosce l’Isee mentre in altri si viene avverti che il tempo massimo per completare la domanda è già finito. E allora, già stressati all’idea di ricominciare daccapo, ci si chiede una volta in più quanto vale il nostro tempo.

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