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Torino

Primo Maggio, Lo Russo: “Lavorare insieme per condizioni più umane e civili”

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TORINO – Riceviamo e pubblichiamo il discorso del Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, alla manifestazione del 1 maggio in piazza San Carlo.

Buongiorno a tutte e tutti, Compagne e compagni, Amiche e amici, Buon primo a maggio!
Nella mia vita, da cittadino e poi da politico, ho partecipato a un gran numero di cortei in occasione della Festa del 1° maggio e ho sempre profondamente sentito il valore e i problemi del lavoro. Non c’è quindi nulla di formale nell’augurio che rivolgo a voi qui in piazza e ai tantissimi che celebrano oggi questa festa.
Il diritto al lavoro e la tutela del lavoro hanno rappresentato e rappresentano i due pilastri del nostro Paese: ed essi vanno mantenuti in egual misura al centro dell’impegno della Repubblica e delle sue istituzioni. Pilastri spesso fragili, aspetti sui quali siamo ancora lontani da traguardi conclusivi e da conquiste consolidate. E la giornata del 1° maggio costituisce la migliore occasione per mettere in luce i risultati conseguiti e le numerose questioni aperte.

Oggi è la festa del lavoro, e fatemelo dire, prima di tutto di chi il lavoro non ce l’ha più, o lo ha perso, o è precario, quindi il mio primo pensiero va a loro. Ai più fragili ed esposti. E il secondo pensiero lo voglio rivolgere al popolo ucraino. Dobbiamo essere tutte e tutti costruttori di pace. La pace, come i diritti, non si conquistano una volta per sempre. Dobbiamo – tutti i giorni – lavorare per affermarli.Ci attende un lavoro molto intenso, pur in un contesto internazionale difficile abbiamo importanti opportunità da cogliere con il PNRR. Un periodo che vogliamo caratterizzare su due aspetti per noi essenziali: una ripartenza inclusiva e la ricucitura sociale. Due pilastri della nostra azione amministrativa, che solo se raggiunti saremo tutti protagonisti di una solida ripartenza. Torino è la città per eccellenza della manifattura e del progresso, di quella cultura materiale che ci ha reso noti come gran lavoratori: operaia da un lato e città laboratorio dell’innovazione sociale ed economica dall’altro.

Una città del rinnovamento, che vogliamo ritorni di nuovo capitale di quella straordinaria cultura del “sapere fare”. E parallelamente la vogliamo anche Capitale dei diritti sociali. Torino è una grande comunità, al cui interno ci sono le vite e le attese di tanti giovani – magari venuti qui per studiare o lavorare – di donne e uomini e di nuovi torinesi. Una comunità che ha sofferto gli effetti devastanti della pandemia. Una comunità – come l’intero paese – dove l’ascensore sociale si è fermato, e i diritti spesso si sono contratti. Ed è su questo terreno che dobbiamo intervenire. Dobbiamo ascoltare le giuste rivendicazioni di chi un lavoro non ce l’ha o lo ha perso.

Torino in questo lungo periodo ha vissuto tutte le ansie di un territorio fragile, ora però dobbiamo – tutti insieme – vedere, anche nella festa di oggi, un segnale di riflessione e di ripartenza, di capacità di gettare nuovi solide basi su cui costruire il futuro. Ci sono le condizioni, cogliamole tutti insieme. Per troppo tempo abbiamo pensato che la precarietà dovesse far parte inevitabilmente della vita di tutti noi. Ma non può considerarsi superato il concetto stesso di un lavoro sicuro, per effetto della sua pure innegabile trasformazione e frammentazione. Non si sono cancellati i vincoli di solidarietà, né la forza rappresentativa del sindacato, che caratterizzano l’universo dei tanti milioni di italiani impegnati in attività lavorative diverse e nuove. In questo contesto il sindacato ha e deve – sempre più – avere un ruolo. Da parte mia, come ho già sostenuto, credo nel confronto permanente e diretto con le parti sociali, la rappresentanza del mondo del lavoro è prerogativa di un paese democratico.
 
Il diritto al lavoro, innanzitutto, si traduce nella ricerca di una crescente occupazione. Soprattutto giovanile e femminile, due aspetti sul quale l’Italia ha molto da recuperare. In Italia, l’occupazione è in lieve aumento. Nonostante ciò, il tasso di occupazione resta da noi tra i più bassi in Europa : specialmente il tasso di occupazione giovanile e femminile. C’è infine da considerare con attenzione il fenomeno dell’aumento dell’occupazione temporanea, dell’introduzione di molteplici forme di lavoro, della flessibilità del lavoro, con il conseguente diffondersi di condizioni di precarietà che spesso sfociano in storie inaccettabili tali da diventare allarme sociale. Assume quindi forte rilievo l’esigenza di nuove tutele, non affidiamoci a nostalgie legate al passato, piuttosto lavoriamo insieme verso una prospettiva di flessibilità tutelata e di costante impegno per il consolidamento dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori. Anche nella pubblica amministrazione, nelle società partecipate, dove c’è molto da fare sui salari dei lavoratori e sull’equità di trattamento negli appalti. I problemi ci sono, non vogliamo ignorarli, ci impegniamo a risolverli. Lo dobbiamo perché l’equità e la giustizia sociale sono valori indispensabili.
Dobbiamo rimettere al centro della nostra azione politica la questione sociale.

E infine arrivo al capitolo più sensibile della mia e nostra riflessione di oggi : il capitolo della sicurezza nei luoghi di lavoro. E’ un problema non nuovo ma più che mai scottante, che deve costituire oggetto di costante impegno nel presente e nel futuro. Non esistono soluzioni radicali e facili, lo sappiamo: ma dobbiamo sentire in tutto il suo peso umano e sociale il fatto che il numero totale degli infortuni resta troppo alto. E’ assurdo che si debba morire lavorando e lavorando – aggiungo – per salari bassi, talvolta perfino indecenti. In nessun luogo, i lavoratori possono essere trattati come numeri. Ecco, questa sensibilità non può venire mai meno, essa significa partecipazione autentica e significa dovere istituzionale di reagire. Questo dovere lo voglio assolvere pienamente nel ricoprire la carica di Sindaco.
E in questa bella piazza di oggi voglio dirlo forte: lavoriamo insieme per condizioni più umane, più civili, più rispettose dei bisogni e della dignità di tutti, dobbiamo volere e costruire insieme un’Italia migliore. Viva il primo maggio, buona giornata a tutte e tutti!

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