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Hassan Nourdine, il pugile astigiano campione italiano che vince il razzismo

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Si chiama Hassan Nourdine, ha 34 anni e viene da Asti: è il nuovo campione italiano di boxe dei pesi Superpiuma.

Come si può facilmente dedurre, Hassan ha origini marocchine. Un aspetto, questo, che non dovrebbe avere alcuna importanza in circostanze “normali”, ma che ne acquista molta quando scopri che il suo sfidante per la conquista del titolo è un simpatizzante nazista che nulla fa per nascondere la sua ideologia ma che, anzi, porta tatuata in bella vista su varie parti del corpo.

Hassan, com’è stato combattere contro un atleta (il triestino 28enne Michele Broili, ndr) che, sul petto, porta tatuati alcuni chiari riferimenti al pensiero nazista come la “testa di morto”, il castello con la scritta “Ritorno a Camelot” e il numero 88?

«Ovviamente non condivido quel tipo di pensiero ma la voce nell’ambiente girava già da un po’ e, per questo, ero relativamente preparato. Certo, quando ci siamo messi a petto nudo il giorno prima della gara per fare il controllo del peso e ho visto tutti quei tatuaggi chiaramente inneggianti al nazismo, la cosa non mi ha fatto molto piacere».

Nonostante questo, sei riuscito a concentrarti e a pensare solo al tuo obiettivo: vincere.

«Assolutamente, ci tengo a precisare che sono andato a Trieste con l’unico intento di prendermi il titolo. Il resto mi importava molto meno, infatti durante il match ho cercato di mettere da parte i miei sentimenti e di pensare solo alla vittoria».

Hassan_Nourdine
Hassan Nourdine, l’astigiano campione italiano di boxe dei pesi Superpiuma.
Grazie a Stefano Vapore per la foto.

Fatta questa doverosa premessa infatti – e precisando che pochi giorni fa la Federazione pugilistica italiana ha finalmente deciso di sospendere Michele Broili fin quando non termineranno le indagini il prossimo 19 novembre – mi piacerebbe mettere da parte la polemica sviluppatasi attorno al tuo sfidante e parlare invece di te e di come sei arrivato al successo: partiamo dalle origini.

«In realtà ho iniziato a fare boxe molto tardi, all’età di 22 anni. Nonostante questo, nel 2015 sono riuscito a passare al professionismo dopo alcune gare come dilettante e, adesso, dopo tanto impegno e molti sacrifici ho raggiunto l’obiettivo e ho realizzato il sogno di diventare campione italiano».

Ci spieghi perché ti chiamano “El Tiburon”?

«È un soprannome che mi è stato dato nel mio ultimo periodo da dilettante ed è dovuto al mio modo di muovermi sul ring. Quando combatto sono infatti in grado di attaccare all’improvviso e con estrema velocità, proprio come fa uno squalo con le sue prede».

A chi dedichi questa vittoria?

«Sicuramente alla mia famiglia, quindi mio figlio e mia moglie Fatima che mi sprona sempre, mi sta accanto e mi sostiene, nonostante io tolga molto tempo a loro per portare avanti la mia passione per il pugilato. Un ringraziamento speciale va poi al mio allenatore Davide Greguoldo e a tutto lo staff che mi ha seguito e aiutato a prepararmi per questo incontro, ma anche ai miei amici che hanno deciso di seguirmi fino a Trieste per sostenermi durante il match».

Cosa c’è nel prossimo futuro del neo campione italiano dei pesi Superpiuma?

«Ora devono passare almeno due mesi prima che possa farsi avanti il mio primo avversario e, prima o poi, dovrò sicuramente tornare a combattere per difendere il titolo. Nel frattempo continuerò a vivere la mia vita come ho sempre fatto, portando avanti il mio lavoro da metalmeccanico ad Asti e prendendomi cura della mia famiglia, ma senza smettere di allenarmi».

Grazie Hassan per questa bellissima chiacchierata. Vuoi dire ancora qualcosa ai nostri lettori?

«Sono contento che il problema legato al mio sfidante sia venuto fuori e che la Federazione abbia preso dei provvedimenti e ai giovani d’oggi voglio dire di pensare bene e documentarsi attentamente su ciò che la storia ci insegna, prima di abbracciare ideologie per loro astratte, perché appartenenti a un tempo storico che non hanno vissuto in prima persona. Nonostante ciò, ci tengo anche a spezzare una lancia a favore di Michele Broili perché si è sempre comportato correttamente e in modo rispettoso nei miei confronti, sia prima che dopo il match».

Hassan e alcuni suoi amici dopa la conquista del titolo.
Grazie a Stefano Vapore per la foto.

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