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Sanità

L’annuncio di un vaccino ridà speranza al mondo, ma i contagi aumentano

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Da un lato c’è la svolta sul vaccino anti Covid che sarebbe efficace al 90%, con le borse euforiche dopo la notizia, annunciata dalla casa farmaceutica statunitense Pfizer e dalla società tedesca di biotecnologie BioNTech, che ha ridato speranza al mondo.

Un vaccino che potrebbe essere distribuito in massa già da marzo, come ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza, ricordando che bisogna continuare a rispettare al massimo le regole. Dall’altra c’è la storia di Chiara, la giovane mamma di Romano Canavese, in provincia di Torino, morta all’ospedale Molinette a 21 anni.

Una giovane sana fino a quando non le è stata diagnosticata una polmonite bilaterale da Covid 19: è mancata dopo 20 giorni di ricovero e non rivedrà più il suo bimbo di 13 mesi, suo marito ed i suoi cari. Il Piemonte è una delle regioni più sotto pressione a causa dell’emergenza sanitaria, con 100.000 contagi dall’inizio della pandemia e 49 decessi ancora nella giornata di ieri, lunedì 9 novembre.

A leggere, poi, il report della Protezione civile regionale aggiornato a domenica scorsa, si capisce come – a 40 giorni dalla ripresa epidemica – le curve della seconda ondata sono in ascesa, mentre durante la prima avevano già raggiunto il picco. Dopo la Lombardia, con un indice Rt pari al 2,08, segue la Basilicata a 1,99 ed il Piemonte a 1,97. E mentre è attesa in giornata una decisione per la Campania – ad oggi discussa zona gialla – l’Italia si tinge ancor più di arancione, con l’ingresso nelle fasce a rischio intermedio di Abruzzo, Basilicata, Toscana, Umbria e Liguria.

Il presidente di quest’ultima regione Giovanni Toti, “pur rimanendo perplesso sulla differenza di trattamento rispetto alla scorsa settimana, a fronte di numeri più o meno simili” ha ritenuto doveroso di non entrare in polemica con il governo e ha preso atto di questa decisione. “Nel frattempo – ha aggiunto – al momento non ci sono le condizioni per diversificare la Regione Liguria in base alle province: la Liguria – ha sottolineato il governatore – ha un numero di ospedalizzati e di terapie intensive occupate che sta crescendo ovunque. Inoltre – ha concluso Toti – il ritardo dell’onda epidemica nelle altre province rispetto a Genova, fa sì che mentre Genova potrebbe stabilizzarsi, nelle prossime giornate potrebbero crescere le altre province”.

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