Da un lato c’è la svolta sul vaccino anti Covid che sarebbe efficace al 90%, con le borse euforiche dopo la notizia, annunciata dalla casa farmaceutica statunitense Pfizer e dalla società tedesca di biotecnologie BioNTech, che ha ridato speranza al mondo.
Una giovane sana fino a quando non le è stata diagnosticata una polmonite bilaterale da Covid 19: è mancata dopo 20 giorni di ricovero e non rivedrà più il suo bimbo di 13 mesi, suo marito ed i suoi cari. Il Piemonte è una delle regioni più sotto pressione a causa dell’emergenza sanitaria, con 100.000 contagi dall’inizio della pandemia e 49 decessi ancora nella giornata di ieri, lunedì 9 novembre.
A leggere, poi, il report della Protezione civile regionale aggiornato a domenica scorsa, si capisce come – a 40 giorni dalla ripresa epidemica – le curve della seconda ondata sono in ascesa, mentre durante la prima avevano già raggiunto il picco. Dopo la Lombardia, con un indice Rt pari al 2,08, segue la Basilicata a 1,99 ed il Piemonte a 1,97. E mentre è attesa in giornata una decisione per la Campania – ad oggi discussa zona gialla – l’Italia si tinge ancor più di arancione, con l’ingresso nelle fasce a rischio intermedio di Abruzzo, Basilicata, Toscana, Umbria e Liguria.
Il presidente di quest’ultima regione Giovanni Toti, “pur rimanendo perplesso sulla differenza di trattamento rispetto alla scorsa settimana, a fronte di numeri più o meno simili” ha ritenuto doveroso di non entrare in polemica con il governo e ha preso atto di questa decisione. “Nel frattempo – ha aggiunto – al momento non ci sono le condizioni per diversificare la Regione Liguria in base alle province: la Liguria – ha sottolineato il governatore – ha un numero di ospedalizzati e di terapie intensive occupate che sta crescendo ovunque. Inoltre – ha concluso Toti – il ritardo dell’onda epidemica nelle altre province rispetto a Genova, fa sì che mentre Genova potrebbe stabilizzarsi, nelle prossime giornate potrebbero crescere le altre province”.