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Sanità

Ordine Medici e Coordinamento Infermieri Piemonte: “Proposta immunità crudele e offensiva”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Cuneo e del Coordinamento Regionale delle Professioni infermieristiche della Regione Piemonte relativo alla proposta d’immunità per le strutture sanitarie in caso di danni agli operatori.

“PROPOSTA CRUDELE E OFFENSIVA, GLI EMENDAMENTI VANNO RITIRATI”

A ieri, sono 77 i medici e 24 gli infermieri morti in Italia. Solo in Piemonte, almeno 60 medici e altrettanti infermieri sono ricoverati in condizioni serie. Degli Operatori sanitari positivi al Covid-19 si è perso il conto, ma si stima che sia stato contagiato il 15%.
A fronte di questi dati, nella discussione al Senato sulla conversione del decreto legge Cura Italia (il dl n. 18 del 17 marzo), sono stati presentati alcuni emendamenti che prevedono una sostanziale immunità per le strutture sanitarie e per i soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria, in relazione agli eventi avversi accaduti durante la pandemia da Covid-19 e in particolare “in caso di danni agli operatori”.

Un emendamento di modifica al decreto afferma:
b) Dopo l’articolo 1 è inserito il seguente:

  1. Le condotte dei datori di lavoro di operatori sanitari e sociosanitari operanti nell’ambito o a causa dell’emergenza COVID-19, nonché le condotte dei soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria derivante dal contagio non determinano, in caso di danni agli stessi operatori o a terzi, responsabilità personale di ordine penale, civile, contabile e da rivalsa, se giustificate dalla necessità di garantire, sia pure con mezzi e modalità non sempre conformi agli standard di
    sicurezza, la continuità dell’assistenza sanitaria indifferibile sia in regime ospedaliero che territoriale e domiciliare.
  2. Dei danni accertati in relazione alle condotte di cui al comma 1, compresi quelli derivanti dall’insufficienza o inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale, risponde civilmente il solo ente di appartenenza del soggetto operante ferme restando, in caso di dolo, le responsabilità individuali.»

Gli emendamenti, con sfumature differenti in base al proponente, sostengono tutti lo stesso concetto: le condotte dei datori di lavoro non determinano responsabilità penale, civile ed erariale. I proponenti sono esponenti delle forze di opposizione.
Dunque, nessuna colpa se i DPI non sono arrivati, se i tamponi non sono stati fatti, se respiratori e caschi non sono sufficienti, se la gravità dell’epidemia è stata sottostimata, se l’organizzazione è stata incapace, incerta, lenta e lacunosa.

Nessuno potrà indagare: noi siamo definiti eroi, che devono lavorare con abnegazione e spirito di servizio, e tanto basta.
Si piangono i pazienti, ma non si potrà verificare se i sanitari sono stati messi nella condizione di curarli con tutti gli strumenti possibili. E se sono stati tutelati o mandati ad ammalarsi nell’esercizio delle loro funzioni.

Questi emendamenti sono crudeli, sprezzanti e offensivi per due categoria che stanno combattendo e lavorando a mani nude. Sono inaccettabili in uno stato di diritto Gli Ordini dei Medici e degli infermieri del Piemonte, insieme alle maggiori organizzazioni sindacali dei medici e degli infermieri, chiedono che i proponenti li ritirino immediatamente, chiedendoci scusa per aver pensato di assolvere a priori le strutture sanitarie e le istituzioni che avevano la responsabilità e il dovere di tutelarci: tutto il paese è al nostro fianco.

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