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Sanità

In Italia mezzo milione di persone non può curarsi

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Nel nostro Paese quasi 500mila persone non possono curarsi e acquistare medicinali di cui hanno bisogno per ragioni economiche. Eppure tra il 2016 e il 2018, la quota totalmente a carico dei cittadini, ossia, quella non coperta dal servizio sanitario nazionale è passata dal 37,7 al 40,3 per cento.

Come dire che i nostri politici fanno orecchie da mercante di fronte ad un allarme sociale che coinvolge non solo gli anziani, ma anche famiglie, impossibilitate a poter garantire la salute oltre che per se stesse, anche per i propri figli.

“Speriamo che il 7° Rapporto sulla Povertà Sanitaria possa contribuire alla presa di coscienza – ha dichiarato Sergio Daniottipresidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus – anzitutto da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica, di tale preoccupante situazione e del fatto che senza migliaia di enti e associazioni che, in tutta Italia, offrono assistenza socio-sanitaria gratuita agli indigenti, il quadro sarebbe ancora più drammatico”.

In effetti le cifre, come riporta il settimo rapporto sulla povertà sanitaria di banco farmaceutico, sono davvero allarmanti: i poveri, ad esempio, possono spendere dal dentista solo 2,19 euro al mese, mentre 12 milioni di persone hanno limitato la spese per le visite mediche e gli accertamenti. La prevenzione è ormai diventata un lusso che pochi possono permettersi e così alla fine si spende più di quello che si dovrebbe, se si ricorresse prima alle cure.

La richiesta di medicinali da parte degli enti assistenziali in 7 anni è cresciuta del 28 per cento e nel 2019 si è raggiunto il picco di richieste, pari a oltre il milione di confezioni di medicinali.

Servono soprattutto farmaci per il sistema nervoso, per il tratto intestinale e metabolico, per l’apparato muscolo-scheletrico e per quello respiratorio.

Ma le difficoltà non riguardano solo le persone indigenti, perché ci sono quasi 13milioni di italiani che almeno una volta nel corso dell’anno, hanno dovuto limitare la spesa per visite mediche, proprio per ristrettezze economiche.

Servono presidi sanitari e una maggiore attenzione alle fasce deboli, all’interno di un sistema sanitario che migliora i servizi, ma allunga le liste di attesa, che si avvale di professionisti di eccellenza, ma che non tutti si possono permettere.

E in questo quadro, l’assistenzialismo è quasi al collasso, perché poveri e anziani, non muovendo alcuna economia, evidentemente devono vivere nella marginalità di uno Stato che guarda oltre.

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