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Sanità

Il Covid ha lasciato il segno nelle liste d’attesa: c’è il piano di recupero delle Asl

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Due anni di pandemia hanno profondamente segnato la sanità pubblica, facendo emergere punti di forza ma anche criticità irrisolte già da molti anni prima dell’avvento del Covid. E, in tal senso, sono state le prestazioni ordinarie e la macchina della prevenzione in generale a risentire – giocoforza – maggiormente di stop e ritardi.

Il personale sanitario impegnato nella lotta al virus e le scarse risorse per contrastarlo – soprattutto nella prima fase dell’epidemia – hanno messo a dura prova tutto un sistema che, ora, fa i conti degli arretrati che, in Piemonte – rispetto al 2020 – sono già stati recuperati del 10%: parliamo di visite e le prestazioni ambulatoriali, ma anche di consulti che – in alcuni casi – arrivano anche a 90 giorni di attesa.

E se, secondo i dati passati dalla Regione attraverso Asl e Aso, si arriva ad aspettare una mammografia anche 4 mesi, va anche detto che “nei soli quattro mesi del 2021 “liberi” dal Covid, la Sanità regionale ha saputo tornare ai livelli degli screening oncologici pre-pandemia, così come è riuscita a contenere la forbice degli interventi programmati a meno del 20 per cento di quelli eseguiti nel 2019”: lo hanno affermato il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, nel rimarcare il fatto che il personale sanitario è passato dall’emergenza della pandemia a quella delle liste d’attesa.

E lo sforzo è notevole, considerata la mole di lavoro e la scarsità dell’organico. La scommessa che si gioca la sanità piemontese punta dunque sull’esportare ed applicare alle liste di attesa lo stesso approccio già collaudato per i vaccini, prendendo in carico il cittadino, attraverso un sms, inviando data e luogo dell’appuntamento in una struttura del quadrante territoriale ed evitando che si debba telefonare più volte per ottenere la prenotazione. Un piano di recupero non semplice, ma bisogna provarci.

Nell’Alessandrino l’Asl Al ha registrato 45.000 esami diagnostici e 56.000 prime visite in meno rispetto al 2019. A quota – 2500 i ricoveri chirurgici legati alla “piccola chirurgia”, non quindi quella oncologica. La sfida vera di questo “Piano straordinario delle liste d’attesa in Piemonte” è recuperare entro il prossimo giugno il 30% delle liste d’attesa sulle prestazioni ambulatoriali, cioè sulle prime visite negli ambulatori dell’Asl. Il restante 70 per cento è da recuperare entro fine anno.

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