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Sanità

Coronavirus Piemonte: nell’alessandrino quasi metà delle vittime

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ALESSANDRIA – Sale, in Piemonte, il numero delle persone che vengono contagiate o che muoiono a causa del Coronavirus. Dei 133 decessi totali in regione, 55 arrivano dall’alessandrino. Ma perché si registra un così alto tasso di mortalità da Covid-19 in questa parte del Piemonte?

Il servizio andato in onda nel nostro TG

Una provincia malata, quella di Alessandria e dove si muore di più che nelle altre del Piemonte. Come abbiamo imparato tutti in questi giorni di apprensione mondiale, il Coronavirus sferra il suo attacco soprattutto nei confronti delle persone più fragili o con un quadro clinico già compromesso.

Leggendo i dati forniti quotidianamente dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, i morti per Covid-19 sono saliti a 133 e nel solo Alessandrino – con altre tre persone che ci hanno lasciato – la quota è salita a 55. I numeri dei deceduti su Asti, Cuneo, Verbano-Cusio-Ossola sono pari a 5 per provincia, a Biella 9, a Vercelli 10  e a Novara 12. Una persona morta risulta residente fuori regione.

La seconda provincia, dopo Alessandria, con più alto numero di scomparsi è quella di Torino: 24 persone. Anche analizzando i contagiati (sono 1.624 quelli finora risultati positivi al Coronavirus Covid-19) salta all’occhio come in provincia di Torino ce ne siano 595, seguita dall’Alessandrino con 304. Nelle altre aree del Piemonte ci sono molti meno contagiati.

Perché questo numero così elevato ad Alessandria? Certo si può ipotizzare che la vicinanza geografica con la Lombardia incida sui numeri, soprattutto nelle cittadine al confine, dove gli spostamenti verso Milano e altre aree lombarde sono state all’ordine del giorno fino a prima dell’emergenza.

Certo è anche che la provincia di Alessandria, sta pagando lo scotto dell’inquinamento che ha accolto sotto varie forme: dati impietosi di Legambiente nel suo report annuale Mal’aria (riferito al 2019) la mettono al sesto posto in Italia per il maggior numero di sforamenti di Pm10. A Tortona, dov’è operativo il Covid Hospital, solo lo scorso aprile era stato presentato uno studio epidemiologico commissionato dall’Amministrazione comunale e realizzato in collaborazione con l’Osservatorio ambientale tortonese e l’Associazione Franca Cassola Pasquali di Castelnuovo Scrivia.

Il focus sulla popolazione del territorio dal 1980 al 2014 riguardava i circa 27.000 abitanti della città: i dati erano pressoché sovrapponibili a quelli ottenuti da un precedente studio condotto in Bassa Valle Scrivia, con un incremento dell’incidenza dei tumori maligni, pari ad un +5,7% rispetto al resto della Regione Piemonte.

Nell’occasione erano sono stati presi in analisi ricoveri ospedalieri che, dal 2008 al 2014, hanno visto nella popolazione maschile un trend al rialzo per patologie polmonari (anche tumori), mentre in quella femminile si è alzato il dato sul diabete mellito.

I buoni propositi di allora? Ragionare in modo globale facendo prevenzione, alla ricerca di strategie per garantire il diritto alla salute dei cittadini che, in alcune zone rispetto ad altre, si ammalano anche e principalmente a causa dell’inquinamento.

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