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Sanità

Castellazzo Bormida fa il punto sull’autismo con un convegno

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“L’autismo non è una malattia, ma un modo di essere: ci si nasce, non ci si diventa e ci si rimane per tutta la vita”: lo ricorderà Cecilia Carenzi, psicologa e psicoterapeuta della Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone (nel Milanese), a quanti parteciperanno alla tavola rotonda in programma martedì prossimo, 21 settembre, a Castellazzo Bormida. L’evento, ad ingresso libero con prenotazione obbligatoria (328.5316610 – rabeppe@libero.it), è organizzato dall’associazione Insieme per l’autismo – presieduta da Giuseppe Ravetti -, con il patrocinio del Comune, di Castellazzo Soccorso e dell’Asl Al. Sarà questa l’occasione per fare il punto su questa disabilità dello sviluppo che, a più livelli, influisce sul modo in cui una persona comunica e si rapporta con le altre persone.

La dottoressa Carenzi da 20 anni si occupa di autismo ed ha raccolto i preziosi insegnamenti di Lucio Moderato, uno tra i massimi esperti in Italia di autismo, scomparso a 65 anni, lo scorso dicembre, a causa del Covid, Direttore dei Servizi della Sacra Famiglia, la quale a sua volta sostiene il progetto di Giuseppe Ravetti, che da qualche anno si sta adoperando per creare un centro diurno per persone maggiorenni che soffrono di autismo: “La diagnosi precoce è importante perché consente di fare interventi tanto più efficaci quanto maggiore è la plasticità del cervello nei primi anni di vita – spiega ancora la psicologa e psicoterapeuta -. Nella maggior parte dei casi, un bambino che non risponde al richiamo del proprio nome non è sordo, ma autistico. È fondamentale che la neuropsichiatria o specialisti esperti di autismo si adoperino per coinvolgere in un percorso di recupero e di miglioramento di qualità della vita sia il minore con la propria famiglia sia il maggiorenne che va aiutato, laddove possibile, nell’inserimento lavorativo”. 

Non esistono dati certi sul numero di persone con autismo, ma negli ultimi anni si è evidenziata una crescita rispetto alle numerose diagnosi che avvengono su base osservativa clinica. “Ci sono anche adulti, di 40/50 anni – prosegue la dottoressa Carenzi – che si sentono un po’ diversi, si rivolgono ai nostri servizi e scoprono di soffrire di questo disturbo che si manifesta sotto vari spettri, diversamente classificati. È basilare lavorare per dare il massimo livello di autonomia ed indipendenza ad una persona autistica”.

Martedì prossimo, a partire dalle 18, nell’area polifunzionale del Piazzale Primo Maggio, si alternerà sull’argomento una serie di esperti relatori.

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