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Sanità

Alessandria, Giornata Scientifica sugli strumenti a supporto della ricerca

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ALESSANDRIA – Un altro importante tassello nella sinergia con l’Università e verso il percorso di riconoscimento a IRCCS per le Patologie Ambientali e Mesotelioma. La tredicesima Giornata Scientifica promossa dall’Azienda Ospedaliera di Alessandria si è infatti svolta oggi in versione online, rinnovando i network e le collaborazioni attivate nel corso degli anni con numerose strutture sanitarie e universitarie a livello nazionale. Ad aprire l’evento le parole del Direttore Generale Giacomo Centini che ha sottolineato come il valore della ricerca scientifica si sia rafforzato anche a livello della più diffusa percezione comunitaria: “Questo periodo di emergenza ha dimostrato quanto siano fondamentali la ricerca scientifica e un solido sistema sanitario per un costante sviluppo della società. È proprio grazie alla ricerca infatti che abbiamo potuto fornire risposte rapide e sempre più specifiche per contrastare la pandemia e sono certo che questo impegno abbia portato anche a un maggiore interesse nei confronti delle tematiche scientifiche tra la popolazione, elemento importante per comprendere al meglio lo sforzo quotidiano dei professionisti sanitari. Ci tengo a sottolineare in questa occasione come l’Azienda Ospedaliera non si sia fermata durante l’emergenza, come ha ricordato ieri l’Assessore Icardi che ha ribadito il riconoscimento in tutto il Piemonte del grande sforzo fatto dalla nostra Azienda, nonché la riconoscenza a tutto il personale che in questi mesi si è speso in una assistenza incondizionata e in una situazione che non ha precedenti nella storia”.

 “La Giornata Scientifica è un appuntamento consolidato nella nostra Azienda e comunità, siamo infatti alla tredicesima edizione, e quest’anno per la prima volta si è svolta in modalità virtuale, simbolo dell’emergenza che ha coinvolto anche la nostra Azienda. Un periodo in cui tutti si sono impegnati e mai nessuno si è fermato, siamo anche riusciti a procedere nel percorso di strutturazione della ricerca, come previsto dal Piano Strategico, percorso che ci dovrà condurre al riconoscimento IRCCS. Un’occasione anche per dare il benvenuto ai nuovi colleghi e sottolineare la stretta collaborazione che si è instaurata con l’ASL AL – anche grazie all’avvio della ricerca in ambito manageriale – nonché con l’Università del Piemonte Orientale, storico partner che ci ha permesso di raggiungere importanti risultati che costituiscono le fondamenta per il futuro” ha ricordato in apertura il Dr. Antonio Maconi, Direttore del Dipartimento delle Attività Integrate Ricerca  e Innovazione, seguito poi dai saluti del ProRettore dell’Università del Piemonte Orientale Roberto Barbato. Autorevole il palco dei relatori che si sono susseguiti durante la giornata, a partire da Daniele Mandrioli del Centro Ramazzini dove è stata studiata la tossicità di diverse fibre asbestiformi che ha consentito il riconoscimento da parte dello IARC del loro ruolo cancerogeno. Il Dr. Mandrioli ha evidenziato: “Conosciamo la fibra di amianto come causa del mesotelioma ma è nota la sua associazione con altre fibre tumorali come ad esempio il tumore al polmone o patologie non tumorali come l’asbestosi. I nostri studi hanno evidenziato come siano numerose le fibre che possono provocare patologie tumorali e non solo”. A seguire l’intervento di Corrado Magnani, professore dell’UPO: “I modelli previsionali stimano che siamo vicini alla discesa della curva di incidenza del mesotelioma ma prevedono anche che tale discesa si protrarrà per molti anni. Lo studio di questi modelli previsionale è stato avviato con i primi anni 2000. I risultati attuali sono coerenti con quelli offerti dagli studi precedenti, con risultati sempre più chiari. Ma nulla è più difficile che fare previsioni sul futuro. Nelle Regioni di maggiore frequenza e dove più alta era l’attività legata all’amianto, come le aree di produzione del cemento amianto, i porti e la chimica, sono già avvenuti interventi importanti, anche con piani sostenuti a livello nazionale. La stima della presenza del cemento amianto in opera in Italia oggi è di 23 milioni di tonnellate, pari quindi a circa 2,3 milioni di amianto: per lo più si tratta di materiale in matrice compatta, quindi in partenza meno pericoloso ma ora è vetusto e può rilasciare fibre sotto gli agenti atmosferici, ad esempio la classica tettoia in cortile. I piani già portati avanti hanno riguardato maggiormente il settore pubblico ma molti degli edifici coinvolti sono di proprietà privata. Ecco perché occorre pensare anche a piani di lavoro per accelerare la rimozione coinvolgendo il settore privato”. 

Medicina Trasfusionale

Dopo i primi due relatori moderati da Marinella Bertolotti, responsabile del Laboratorio di Epidemiologia Clinica e Biostatistica, la sessione sulle biobanche introdotta da Roberta Libener del Centro Raccolta Materiale Biologico dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, ha visto le relazioni di Barbara Parodi dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino e Daniela Capello responsabile dell’UPO Biobank. “Questo nodo italiano – ha spiegato Parodi – è fondamentale nella creazione della rete europea delle biobanche, strumenti fondamentali perché “per una ricerca di qualità servono materiali di qualità”, cioè correttamente raccolti, manipolati e conservati secondo procedure standardizzate. Aderire a una rete consente di avere un linguaggio comune e quindi offrire una ricerca di eccellenza a favore del paziente”, concetto evidenziato anche da Capello che ha inoltre ricordato l’importanza di una biobanca “nata nell’emergenza per rispondere alla pandemia che con la metodologia propria delle biobanche consente ai ricercatori di approfondire questa nuova patologia”. La ricerca infermieristica è il terzo focus della giornata con Tatiana Bolgeo, referente dell’Unità Ricerca Professioni Sanitarie, Infrastruttura Ricerca Formazione Innovazione AO AL ad introdurre due buone pratiche italiane realizzate da Gabriele Caggianelli al Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione Università di Roma Tor Vergata e Alberto Dal Molin, Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale all’Ospedale Maggiore della Carità di Novara.

Guglielmo Pacileo, Responsabile SSA Governo Clinico Qualità Accreditamento ASL AL e Caterina Bianciardi, Responsabile settore Gestione Operativa – Area Sviluppo Strategico e Innovazione Organizzativa dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, moderati da Annalisa Roveta del Clinical Trial Center hanno invece evidenziato il ruolo e i risultati raggiunti grazie alla messa a sistema di una serie di processi correlati alla ricerca, fondamentali nella creazione di valore per il paziente. Il pomeriggio si è aperto con la presentazione della Rendicontazione Scientifica, il documento che contiene i risultati delle progettualità e della produzione scientifica del 2019, anno a cui è legato il calcolo dell’impact factor, ossia l’indicatore che misura la performance aziendale in ambito di ricerca, come ha spiegato Marta Betti clinical study coordinator in forza al Laboratorio di Epidemiologia Clinica e Biostatistica. Una carrellata di video di ricercatori AO AL e DISIT UPO ha caratterizzato i lavori pomeridiani con l’illustrazione di tutti i progetti in corso d’opera, come ha evidenziato Lia Mele, referente della unit disease “Connettori di idee” che supporta e coordina sia la collaborazione in ambito scientifico sia il percorso di formazione dedicato alla didattica finalizzato alla presenza degli studenti del Corso di Laurea di Medicina a partire dai primi mesi del prossimo anno. 

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