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Sanità

Campagna vaccinale in Piemonte: non solo la decade ma giorno, ora e luogo

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Non solo la decade, ma giorno, ora e luogo: è questo il buon proposito sul fronte della campagna vaccinale in Piemonte che, tra giugno e luglio, riceverà almeno due milioni di dosi.

Se tutto procede come deve – con una media di 33.000 somministrazioni al giorno – la fascia 55-59 anni dovrebbe ricevere la prima dose tra il 10-20 giugno, quella tra i 50-54 anni nella decade 20-30 giugno. L’importante comunicazione di servizio è arrivata al presidente della Regione Alberto Cirio direttamente dal generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, incontrato ieri sera durante un incontro a Roma.

La svolta – che verrà definita in giornata – consisterà appunto nel non lasciare in sospeso la popolazione, comunicando ad ogni singolo cittadino piemontese una data certa sul giorno della propria vaccinazione. Attualmente è possibile avere un periodo indicativo di “chiamata” ma la convocazione effettiva, purtroppo, a volte arriva molto a ridosso dell’appuntamento, con conseguenti disagi organizzativi a livello lavorativo e familiare.

Intanto è corto circuito sul richiamo Pfizer: la casa madre – tramite Valeria Marino, direttore medico di Pfizer Italia – ha raccomandato di attenersi all’impostazione iniziale perché garantirebbe gli stessi risultati di copertura vagliati dalle agenzie per il farmaco, con somministrazione dunque della  seconda dose a 21 giorni; la nuova strategia del commissario Figliuolo invece – che ritiene più utile vaccinare il prima possibile la più ampia platea di popolazione sfruttando tutte le forniture a disposizione e proponendo quindi AstraZeneca anche ai 50enni – conferma invece la seconda dose del vaccino Pfizer nella sesta settimana dalla prima. Certo è che, al di là del fatto che a breve – smaltite le ultime dosi – non si sentirà più parlare del vaccino anglo-svedese in Italia, ora è importante riconquistare la fiducia degli italiani: è infatti pari ad un milione e 300.000 fiale il quantitativo Astrazeneca che giace nei frigo, soprattutto al sud, ma anche al nord, con un Trentino che totalizza un 43,5% di vaccino consegnato e non somministrato e un Piemonte a quota 26%, mentre in Liguria si è al 20%.

In terra ligure, durante quest’ultima settimana – fanno sapere dalla Regione -, il 50% dei posti disponibili non sono stati prenotati, anche se la metà degli over 60 non è vaccinata. Anche per questo le Regioni stanno singolarmente pensando a degli “Open day” per somministrare proprio AstraZeneca ai più giovani.

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