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Politica

Scissione PD – Renzi, le riflessioni dei politici locali

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NOVI LIGURE – Riportiamo le parole di Otello Marilli, membro dell’Assemblea nazionale del Partito Democratico.

Matteo Renzi

Le parole del novese Otello Marilli, membro dell’Assemblea nazionale PD e della Direzione regionale PD Piemonte:

“La scissione messa in atto da Matteo Renzi obbliga ad una profonda riflessione il PD, ma non ne mette in discussione il ruolo e la centralità nello scenario politico nazionale di principale competitor della destra sovranista anzi ci obbliga a rafforzare il profilo politico riformatore anche nell’azione di governo ponendo con forza il tema della crescita che si può ottenere solo con la lotta alle disuguaglianze la crescita dei diritti sociali e civili la tutela dei lavoratori (da quelli dipendenti agli autonomi alle partite Iva). 

Bisogna alzare l’asticella della nostra azione politica rinnovando il nostro radicamento territoriale e il nostro insediamento sociale a partire dal mondo del lavoro. È questo il senso delle giornate di mobilitazione che Zingaretti ha lanciato per il primo fine settimana di ottobre, parliamo al paese non parliamo di noi: abbattiamo quei muri che abbiamo contribuito ad innalzare tra noi e la società, apriamo i circoli alle energie nuove che si stanno cominciando ad affacciare alla politica, ai giovani che dobbiamo sapere ascoltare ma a cui abbiamo anche qualcosa da dire. 

Non è il tempo di stare alla finestra, ma quello di stare sulla strada ad ascoltare, a proporre e anche a lottare, raccogliendo quelle istanze di cambiamento che vengono da più parti: dagli scioperi per il clima degli studenti, da chi vuol provare a fare impresa e dai lavoratori in lotta contro le tante crisi, soprattutto qui nel Nord-Ovest nel cuore produttivo del paese a cui dobbiamo dimostrare di esserci e di essere dalla loro parte, da chi si aspetta che i diritti civili siano conquista universale e da chi sa che sicurezza e umanità vanno declinate insieme. A tutto questo serve il PD, in questo deve rifondare la sua identità e il suo profilo anche attraverso un momento di elaborazione collettiva, chiamiamolo pure congresso o costituente delle idee. 

Noi democratici ci siamo a prescindere da chi se ne va, perché la nostra è una storia che ha radici profonde ed è frutto di una visione collettiva, di comunità che oggi più che mai deve anteporre il noi all’io. Come ha detto Nicola Zingaretti dopo la sua elezione a segretario: voltiamo pagina. Siamo certi che saremo in tanti a farlo con i piedi ben piantati a terra e “con lo sguardo dritto e aperto nel futuro”.

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