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Politica

Nuovo decreto, parla Cirio: cosa cambia per il Piemonte

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TORINO – Le parole di Alberto Cirio, presidente del Piemonte, che illustra le novità relative al nuovo decreto ministeriale per la regione.

“Era importante andare a trovare, dal momento in cui si ha la necessità di ridurre i contatti ma non di uccidere l’economia, il giusto equilibrio tra i due fattori. Ieri alle 18 ho convocato tutte le categorie produttive, economiche e sindacali della regione. Una riunione di due ore, totalmente in via telematica. Con loro abbiamo definito una serie di misure che ci hanno permesso di trasmettere una proposta equilibrata. A seguire, ho convocato i presidenti di provincia e i sindaci dei capoluoghi. Dopodiché abbiamo trasmesso al presidente Conte una posizione unitaria dal Piemonte. Un quadro complessivo che abbiamo ritrovato nelle nuove parole del Presidente del Consiglio, che ha poi annunciato le nuove misure. A seguire abbiamo ancora lavorato come giunta fino a tarda sera, per approfondire il decreto. Come cambia da oggi la nostra vita fino al 25 marzo? Vengono chiusi tutti i negozi e le attività commerciali, sia che siano negozi di vicinato che negozi all’interno di medie o grandi strutture di vendita (e quindi centri commerciali). Rappresentano eccezione i negozi di genere alimentari e di beni di prima necessità. Ciò significa che non si deve assolutamente correre al supermercato per fare la spesa, perché rimarranno aperti in quanto le merci continueranno a viaggiare, rifornendo così le attività alimentari. È vietato l’assalto agli scaffali. Quali attività rimarranno aperte? Ipermercati, supermercati, discount alimentari, minimercati, negozi di commercio di prodotti surgelati, commercio al dettaglio di beni di necessità (es: commercio dettaglio carburante, apparecchiature informatiche e telecomunicazioni, ferramenta, vernici, illuminazione, edicole, farmacie, parafarmacie, articoli ortopedici, prodotti di igiene, prodotti per animali, tabaccai, lavanderie, lavanderie industriali e servizi di pompe funebri). La grande limitazione riguarda bar, pub, ristoranti, pasticcerie e gelaterie che rimarranno chiuse. Possono ancora svolgersi servizi di ristorazione a domicilio. Tutti i bar, tranne quelli presenti in stazioni marittime, aeroporti, autostrade. Sono sospese le attività di parrucchieri, barbieri ed estetisti. I servizi bancari e finanziari e tutte le attività del settore agricolo (zootecnia compresa) rimangono attivi. Va da sé che in tutte le attività aperte dovranno essere rispettate le norme di pubblica sicurezza per i lavoratori (utilizzo di mascherine) e per i clienti. Noi come regione Piemonte andremo a limitare il servizio di trasporto pubblico locale. Sarà garantito, ma ridotto all’essenziale. Cosa succede nelle fabbriche? Una fabbrica che può chiudere una determinata parte della propria struttura lo fa e chi può limitare la produzione la limita. Verranno favoriti congedi e ferie. E ricordatevi: non si esce, si sta a casa. L’eccezione è rappresentata esclusivamente dal decreto. Oggi alle 15 tutti i presidenti di Regione incontreranno il Presidente del Consiglio per affinare alcuni aspetti del decreto. Chiederemo chiarimenti in merito a centri di revisione delle autovetture, che da una parte è una necessità ma in parte contrasta anche il decreto sotto alcuni aspetti. Un altro tema importante da chiarire è quello dei parchi. Il decreto dice che si può fare sport individuale all’aria aperta ma senza assembramento. Se però tutti vanno a correre al parco si perde la filosofia dell’evitare il contatto. Alcuni sindaci hanno dovuto chiuderli con ordinanze specifiche. È anche importante autoregolamentarci noi stessi. Tra qualche tempo potremo serenamente andare al parco e all’aria aperta, ma prima ci adeguiamo e prima ne usciamo tutti insieme. Convinciamoci che tutti dobbiamo stare a casa. Presto vedremo i primi segnali di tutto ciò. Da oggi lavoriamo alle misure economiche, perché chi chiude e chi va a lavoro non va lasciato solo. In Piemonte abbiamo già predisposto la cassa integrazione in deroga, ovvero chi sta a casa avrà ugualmente lo stipendio anche se la sua azienda non potrebbe beneficiarne. Un elemento fondamentale per i lavoratori e le famiglie. Nessuno si senta solo. Questo è un impegno personale che mi sento di prendere”.

Qui il video completo.

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