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Politica

Si accende a Novi Ligure la discussione sul Cit a rischio fallimento

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NOVI LIGURE – È stato un consiglio comunale senza esclusione di colpi quello che si è svolto nella sera di lunedì 21 giugno.

Per comprendere le ragioni di una seduta così burrascosa bisogna però fare un passo indietro. Giovedì scorso, la maggioranza è infatti stata battuta sulla votazione sulla revisione della delibera approvata il 3 maggio in merito alla cessione dell’85% delle quote del Cit ai privati. Il nuovo provvedimento prevedeva una modifica sostanziale del testo originale, con la cessione delle quote che non avrebbe più riguardato l’intero Consorzio Intercomunale dei Trasporti ma solamente l’85% della parte detenuta dal Comune di Novi, pari a poco più del 70% sul totale ripartito tra tutti gli enti locali coinvolti.

La revisione proposta dall’assessore al Bilancio Maurizio Delfino è stata bocciata dall’assemblea anche a causa del decisivo parere contrario di Francesca Chessa, eletta in Forza Italia ma passata da poco a Fratelli d’Italia e quindi, in assise cittadina, al gruppo misto. L’ex azzurra ha motivato lunedì la sua scelta affermando di essere sempre stata coerente rispetto al suo pensiero sul Cit e di non voler andare contro ai tecnici comunali, i quali hanno dato fin dal principio parere contrario alla delibera originale in quanto considerata illegittima. “Se l’azienda diventasse anche solo al 60% privata, non terrebbe mai in piedi un baraccone con quei dipendenti – ha commentato -. A pensare positivo, il 50% di loro perderebbe comunque il lavoro”. Una presa di posizione dalla quale è nato un botta e risposta con Giacomo Perocchio, segretario locale della Lega.

Il provvedimento, intanto, non è stato ridiscusso nella seduta di lunedì. Nel pomeriggio, Delfino aveva infatti inviato una comunicazione ai consiglieri chiedendo di non riportare al voto il documento respinto la settimana precedente. Una scelta evidentemente dettata dal timore di una nuova bocciatura. Una richiesta che ha inevitabilmente aperto un dibattito, con il gruppo dei Democratici per Novi che ha evidenziato il tentativo di eludere il problema e di prendere dunque per buona la precedente delibera errata.

L’assessore al Bilancio, che si è collegato in videoconferenza nel corso dell’intervento di Chessa, ha poi attaccato con toni molto accesi l’opposizione, i dirigenti comunali e la stessa consigliera del gruppo misto. “Io da questi tecnici non accetto consigli e da parte del segretario comunale non ho mai ricevuto alcun aiuto o proposta. Di quello che ha detto la consigliera Chessa non condivido nemmeno una parola. Siamo al lavoro per risolvere problemi lasciati in eredità dalla precedente giunta”, ha affermato duramente Delfino.

A quel punto, dai banchi del centrosinistra è giunta la richiesta di una replica, non concessa però dal presidente dell’assemblea Oscar Poletto. Un diniego in seguito al quale i democratici hanno poi deciso di abbandonare l’assise in segno di protesta. “L’assessore Delfino, senza aver ascoltato nessuna parte del dibattito in corso, è intervenuto rivolgendo pesantissimi insulti verso l’opposizione, verso alcuni membri della maggioranza stessa e mancando profondamente di rispetto nei confronti della struttura del comune, de segretario comunale e dei dirigenti”, hanno sottolineato in una nota i dem.

Il sindaco Gian Paolo Cabella ha poi espresso le proprie scuse per i toni sopra le righe utilizzati da Delfino.

“Gli interventi di questa sera sono andati fuori focus – spiega Lucia Zippo, capogruppo del Movimento 5 Stelle, poco prima della sospensione dei lavori -. L’elemento di novità più rilevante è la richiesta del concordato in bianco per il Cit, un atto che denota una maggiore incertezza rispetto a quanto segnalato fino a oggi”.

Molto più secco l’intervento di Marco Bertoli, capogruppo di Solo Novi. “È il consiglio comunale più schifoso al quale abbia mai preso parte”.

La palla passa ora al tribunale, che in un’udienza fissata per il 29 giugno si esprimerà in merito all’effettiva solidità del piano di risanamento della società.

Per l’8 luglio, il Cit ha intanto proclamato uno sciopero.

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