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Politica

Torino: Schellino su chiusura sito umanitario di Piazza d’Armi

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TORINO – Rispondendo alla richiesta di comunicazioni al Consiglio comunale sulla chiusura del sito umanitario di Piazza d’Armi, la vicesindaca Sonia Schellino ha ricordato che “quel punto di accoglienza notturna è stato, come ogni anno, allestito temporaneamente nell’ambito del potenziamento invernale dei servizi emergenziali per le persone senza dimora, utilizzando una serie di container”.

“Quello di Piazza d’Armi non è un dormitorio, ma – ha specificato la responsabile delle politiche sociali – un sito predisposto per accogliere, durante i mesi più freddi, le persone senza nessun’altra possibilità di ripararsi dal gelo, sia per ragioni di mancanza di altri spazi e sia, soprattutto, perché non potevano essere accolte altrove a causa della loro situazione documentale (in piazza d’Armi invece si poteva accedere senza esibire i documenti o farsi identificare), personale o per le difficoltà ad essere inseriti in contesti regolamentati e organizzati (ad esempio espulsi da dormitori pubblici o privati per comportamenti aggressivi, ecc.).
Come sito umanitario – ha sottolineato Schellino – ha svolto una funzione salvavita e, proprio per questo, ha beneficiato negli anni di un contributo ministeriale”.

“Per poter aprire uno spazio così, la Città – ha spiegato la vicesindaca – ha derogato alle regole di accoglienza consuete, allestendo un sito in grado di garantire un livello di accoglienza dignitosa e mettendone a bando la gestione. Lo scorso autunno era stato necessario prorogare i termini del bando perché in un primo momento nessuno si era presentato per gestire il sito, conoscendone la difficoltà e i rischi. Poi, come negli anni precedenti, la Croce Rossa, che ringrazio, ha risposto e gestito il sito fino al 30 marzo e, a fronte della proroga di un mese a causa dell’emergenza Covid, fino al 3 maggio”.

La vicesindaca Schellino ha ricordato inoltre che, “con il termine del periodo invernale, contrariamente a quanto avveniva gli anni scorsi, non sono stati ridotti i posti nei dormitori pubblici e privati (che anzi sono un po’ aumentati) e, per quanto riguarda l’orario di permanenza, è stato via via allungato fino all’attuale copertura di 24 ore.
Grazie al protocollo d’intesa con Prefettura, Regione, Unità di Crisi e cooperative, non solo sono stati aumentati gli spazi per consentire il distanziamento fisico, ma anche i posti letto ed è stato allestito uno spazio per persone senza dimora positive al Covid che necessitano di essere poste in isolamento.
Negli ultimi mesi sono stati un po’ incrementati anche i posti di accoglienza per persone in attesa di permesso di soggiorno in regola con i documenti”.

“Per le persone che effettivamente avevano passato notti in Piazza d’Armi – ha precisato Schellino – è stata fatta una verifica dei documenti allo scopo di accertare il possesso dei requisiti per l’accesso ai dormitori o ad altri programmi dedicati a persone fragili, sia italiane sia straniere.
Quattro uomini e tre donne sono stati collocati entro i primi due giorni, mentre altri due uomini e una donna sono stati inseriti venerdì scorso: in totale 10 soluzioni offerte dalla Città (uno dei primi ha rinunciato dopo un giorno).
Oltre ai posti messi a disposizione dalla Città, la Prefettura ha provveduto a collocare in un CAS sette uomini che hanno i requisiti per accedere al sistema di accoglienza straordinaria. Mentre purtroppo, in base agli accertamenti effettuati dalla Questura, il Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica ha preso atto che per sei persone mancano i requisiti necessari ai fini dell’accoglienza.
Infine, alcune donne giovani presenti in Piazza d’Armi al momento della chiusura, per le quali si erano ipotizzati dei percorsi dopo aver acquisito maggiori informazioni sulla loro situazione, hanno dichiarato di non essere interessate e di essere in grado di trovare soluzioni in autonomia.
Al momento
– ha aggiunto Schellino -, per chi lo richiedesse e se in possesso dei requisiti necessari per l’accesso a un dormitorio, ci sono ancora dei margini di inserimento da effettuare con le dovute attenzioni per proteggere utenti e operatori dal rischio di contagio da coronavirus”.

La vicesindaca ha tenuto a ribadire che “l’inserimento in un dormitorio o in qualsiasi housing o spazio gestito, richiede l’adesione a regole di comportamento e in questo periodo anche il rispetto di norme igienico sanitarie”.

Sulla questione dei servizi igienici, Sonia Schellino ha evidenziato che “all’inizio della emergenza Covid, quando ancora i dormitori erano aperti per meno di 24 ore e tenendo anche conto che la chiusura degli esercizi pubblici avrebbe comportato problemi per le persone senza dimora, sono stati posizionati bagni chimici in vari punti della città. Alcuni di questi bagni sono in prossimità di Piazza Castello, zona Giardini Reali, e non c’è alcuna intenzione di diminuirli o rimuoverli”.

“Per una grande città come Torino – ha concluso la vicesindaca – la questione dell’accoglienza indiscriminata di persone non in regola con i documenti o che non vogliono aderire alle regole di un dormitorio e il tema della crescita della domanda di spazi dormitorio in generale, sono problemi da affrontare su scala più ampia di quella cittadina (oltre il 50% dei senza dimora viene infatti da fuori città o da altre regioni), con fondi dedicati e la collaborazione più stretta con il sistema sanitario, anche alla luce dei molti casi di dipendenze e patologie tra gli utenti dei dormitori”.

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