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Politica

Ru486: dibattito infuocato in consiglio comunale ad Alessandria

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Le linee guida della Regione Piemonte a favore dell’obbligo al ricovero ospedaliero per le donne intenzionate a procedere all’aborto farmacologico attraverso la pillola Ru486 finiscono in un ordine del giorno di palazzo Rosso ad Alessandria ed è subito scontro tra maggioranza ed opposizione.

Sono stati Emanuele Locci e Piero Castellano, presidenti di Alessandria Migliore e Fratelli d’Italia a firmare e proporre la discussione in consiglio comunale, finita con l’approvazione e con 21 voti favorevoli: quelli della maggioranza, composta da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e SìAmo Alessandria, con l’aggiunta dei sì di Vincenzo Demarte ed Elisabetta Onetti del Gruppo Misto oltre che dello stesso Emanuele Locci di Alessandria Migliore.

Dall’altra parte della barricata, in netto disaccordo, c’erano Pd, M5S, Lista Rossa e Moderati. Il dibattito è stato infuocato: al centro, ancora una volta, la legge 194 collegata alla scelta di un ordine del giorno che sostiene una circolare regionale la quale è, a sua volta – spiegano gli oppositori, sostenuti a gran voce dalle note dei sindacati Cgil e Uil di Alessandria – “in pieno contrasto con la disposizione del Consiglio Superiore di Sanità che lo scorso 4 agosto aveva espresso parere favorevole al ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico fino a 63 giorni, ovvero 9 settimane compiute di età gestazionale. Questo deve avvenire nelle strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, collegate all’ospedale ed autorizzate dalla Regione, nei consultori oppure in regime di day hospital”.

Agguerrite più che mai le consigliere di opposizione, contro la limitazione coattiva della libertà della donna: pensiero incalzato da una Rita Rossa  del Partito Democratico che ha sottolineato come “in quest’aula (quella del consiglio comunale) la controparte politica ha la maggioranza ma – ha aggiunto la Rossa – non deciderete mai sul corpo delle donne. Qui siete forti ma siete soli. Fuori da questo palazzo siamo pronte a protestare”. L’assessore alle Pari Opportunità Cinzia Lumiera, intervenendo nel dibattito, ha affermato che “se dovesse trovarsi di fronte alla scelta di abortire cercherebbe un ambiente più familiare, più ristretto ma – ha aggiunto – ho letto bene le motivazioni portate dalla Regione Piemonte, basata su elementi sanitari. L’aborto farmacologico, infatti, non sempre può andare a buon fine, ci potrebbero essere degli strascichi e per questo è importante la presenza di una struttura sanitaria”.

Al momento del voto erano assenti i due consiglieri di Forza Italia Federico Guerci e Angela Poggio, la consigliera Daniela Ruffato della Lega e Simone Annaratone, di Italia Viva. 

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