Si staccano, pur con qualche giorno di ritardo rispetto all’anno scorso, i primi grappoli d’uva anche in provincia di Alessandria e la buona notizia è che sono state confermate le prospettive di un’ottima andata.
È il momento di Chardonnay e Pinot Nero, Moscato, Cortese, Timorasso, Brachetto, Arneis e, successivamente, Dolcetto, Nebbiolo, Grignolino e Barbera.
“La quantità – spiegano i tecnici della Coldiretti Alessandria – è nella media, con un calo rispetto al 2020 del 15-20% e gli effetti della gelata di aprile sono riscontrabili soprattutto nelle zone di fondovalle”.
Nonostante il calo a livello nazionale, l’Italia resta quest’anno è il primo produttore mondiale di vino mentre per il secondo posto si prospetta una sfida tra Francia e Spagna che hanno subito un contenimento dei raccolti, anche se più marcato per i cugini d’Oltralpe.
A livello nazionale si prevede un quantitativo compreso tra i 44 e i 47 milioni di ettolitri, ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte. L’augurio è che il clima possa portare delle piogge regolari nei prossimi giorni per evitare carenze idriche, anche perché il forte caldo può far scottare i grappoli.
Anche sul lato consumi, ci sono buone prospettive di ripresa con le riaperture delle attività ristorative e dell’export. La provincia alessandrina vanta 12 Doc e 7 Docg: la produzione tricolore può contare su 607 varietà iscritte al registro viti, il doppio rispetto ai francesi.
A livello regionale, con la vendemmia si attiva, oltretutto, un sistema che impiega almeno 42 mila addetti in Piemonte offrendo opportunità di lavoro direttamente in vigna, in cantina e nella distribuzione commerciale.
Il vitivinicolo piemontese conta 14 mila imprese, 43 mila ettari di superficie vitata e attrae tanti giovani imprenditori che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice.
