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Economia

Sole24Ore: Genova, zona logistica in stallo; Piemonte spinge sul progetto del porto a secco

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Il prossimo numero del Rapporto Nord Ovest in edicola venerdì 25 marzo con Il Sole 24 Ore in PiemonteLiguria e Valle d’Aosta dedica l’apertura alle zone logistiche semplificate con un focus su quella di Genova, istituita per legge nel 2018 dopo il crollo del ponte Morandi, che non è ancora stata attivata perché manca il commissario che deve essere indicato dal Governo. Le istituzioni locali, si legge sul Rapporto, hanno formulato un Piano di sviluppo strategico della Zls che è stato inviato alla presidenza del Consiglio. Gli spedizionieri genovesi hanno proposto la creazione di una Green logisctics valley nella Valpolcevera, e guardano, come esempio, ai successi della Zona agevolata di Barcellona. Il progetto di Spediporto fa parte del piano generale. Ma senza il commissario tutto resta al palo, mentre imprese estere e fondi internazionali fanno pressing per capire se e in che modo è possibile entrare e aprire filiali in una zona logistica con agevolazioni burocratiche, fiscali e doganali presso il più grande porto italiano. La Regione Liguria, ricorda al Rapporto Nord Ovest l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti, «ha attivato i percorsi tecnici di propria competenza per avviare la Zls di Genova e la Zls porto e retroporto della Spezia». Il territorio spezzino, tramite l’Adsp, ha infatti, a sua volta, avviato un’istruttoria, per la costituzione di una Zls; e le Regioni Liguria ed Emilia-Romagna hanno rivolto un quesito al Governo circa la possibilità d’inserire nel perimetro della Zls alcuni territori emiliani che hanno relazioni portuali e logistiche con La Spezia e Ravenna.

La Zls di Genova, peraltro, lo dice la stessa legge costitutiva, può estendersi anche alle piattaforme logistiche di Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte che lavorano col porto.  E proprio il Piemonte sta lavorando per ampliare ulteriormente l’area che potrà godere dei benefici della Zls. Dalle prime sei località inserite nella norma del 2018, prevalentemente nell’Alessandrino, si arriva alla nuova mappa allargata del “porto a secco”, proposta al Governo dalla Regione Piemonte, che coinvolge 12 comuni, tra AlessandriaAsti e Cuneo, e due retroporti, il Sito di Orbassano e il Cim di Novara.

Energie rinnovabili. Il comparto energetico e la Regione Valle d’Aosta si sentono sotto attacco, spiega il Rapporto Nord Ovest del Sole 24 Ore in edicola venerdì 25 marzo. La questione degli extra profitti sollevata dal governo, con la prospettiva di un esborso per i produttori di energia da fonte rinnovabile rischia di avere ripercussioni non solo sui conti di un gruppo come Compagnia Valdostana delle acque (Cva) – tra i principali produttori di energia idroelettrica e rinnovabile in Italia – ma anche su quelli del suo azionista, la Regione autonoma. All’origine c’è il decreto Sostegni ter, che prevede per i produttori di energia da fonte rinnovabile di effettuare un conguaglio tra i prezzi che si determinano nel mercato spot e la media dei prezzi negli anni precedenti. Si tratterebbe di un meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell’energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili. La contestazione è che in caso di messa a gara c’è il rischio di privarsi di un patrimonio che potrebbe finire ai competitor esteri. Arriva a quasi 3 miliardi di KWh la produzione annua di energia pulita realizzata con i 32 impianti idroelettrici di Cva, che assommano una potenza nominale complessiva di 934,5Mega Watt. 18 di questi impianti sono centrali ad acqua fluente. Le turbine ricevono l’acqua tramite una differenza di quota chiamata salto e la trasformano in elettricità. Ci sono poi 9 centrali idroelettriche a bacino e 5 centrali a serbatoio.

Distretti. Dopo un 2021 chiuso con un forte balzo all’insù dell’export, il distretto piemontese della rubinetteria e del valvolame ha aperto i primi due mesi del 2022 con un trend ancora all’insegna della crescita, nonostante anche questo settore stia facendo i conti con il caro energia e l’aumento dei costi delle materie prime, evidenzia il Rapporto Nord Ovest di venerdì 25 marzo. Ora, però, con lo scoppio della guerra in Ucraina, lo scenario si fa preoccupante e le prospettive incerte per le aziende le cui esportazioni hanno come mercato di destinazione prevalente quello russo, sottolinea Ugo Pettinaroli, presidente di Fratelli Pettinaroli Spa. C’è anche chi è ottimista, come Marco Caleffi, ad della Caleffi Spa, secondo il quale «attualmente il caricamento degli ordini è superiore a quello dell’anno scorso», e c’è chi confida nelle capacità di reattività, come Luca Zaglio, direttore generale di Giacomini Spa.

Sullo stesso numero del Rapporto Nord Ovest del Sole 24 Ore, riflettori puntati anche sulle spiagge liguri a rischio rincari. Per i balneari liguri la vera discriminante, anche per ragionare sul possibile aumento dei listini per ombrelloni e lettini nella stagione 2022, più dell’inflazione e dei rincari di materie prime, energia e gas, è quella del distanziamento sulle spiagge. Alle prese, da una parte, con la riforma legata alla direttiva Bolkestein sulle concessioni, dall’altra, con l’estate alle porte, aspettano di capire se potranno tornare ad aumentare il numero di ombrelloni e lettini dopo due anni di contingentamento per il Covid. Tra un mese si conosceranno le regole e, se si potranno riavvicinare gli ombrelloni, potrebbero anche non essere necessari aumenti.

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