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Economia

Ristoranti: la campagna #ioapro fa flop

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Resta forte, a pochi giorni dalla protesta nazionale #ioapro1501, la sensazione di amarezza e solitudine da parte dei ristoratori che venerdì scorso hanno tenuto aperto il proprio locale anche la sera e che, all’indomani di una mobilitazione che ha raccolto in tutt’Italia qualche migliaio di adesioni, non è però riuscita a coinvolgere un comparto stremato sì dalla situazione di stallo in cui versa l’economia del Paese, ma che – attraverso le stesse associazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti – ha preferito non aderire a questa campagna ribattezzata dei “ristoratori ribelli”.

Chi, ad Alessandria (due ristoratori) ha scelto di partecipare al moto di “disobbedienza civile” nato sul web ha ricevuto molta solidarietà da parte dei clienti che, come ricorda Claudio Claudio Campisi,titolare del Kitchen Street Bistrò, l’hanno chiamato per andare a cena nel suo locale venerdì scorso. “Ho ricevuto 15 prenotazioni, ne ho tenute 10, anche se avrei potuto accogliere 30 persone – spiega il ristoratore -: quando è arrivata la pattuglia della polizia, che è stata molto collaborativa, non ho potuto far altro che sospendere il mio servizio, che non ho terminato. Le persone a tavola sono state fatte alzare e io mi sono sentito solo. Non ha senso fare una protesta del genere – ha aggiunto – se ti ritrovi a lottare per la tua dignità senza altri colleghi al tuo fianco”. Pur consapevoli dell’agonia di bar e ristoranti e condividendo le motivazioni che portano le imprese ad atti forti, Confcommercio ha detto “no” ad iniziative illegali, ribadendo che il confronto deve rimanere istituzionale.

“Da marzo ci stiamo battendo in ogni sede istituzionale e con ogni mezzo corretto e lecito, affinchè possano essere garantite alle imprese le condizioni minime di sopravvivenza (che significa metterle nelle condizioni di lavorare) e la dignità – hanno sottolineato i vertici di Confcommercio Alessandria -, ma come Associazione di categoria seria, strutturata, che opera all’interno del territorio da 75 anni, non possiamo né condividere né appoggiare iniziative che espongono gli imprenditori a rischi gravi, come sanzioni amministrative e penali, che restano poi in capo alle singole persone fisiche. I  sacrifici che in questi mesi sono stati chiesti ai ristoratori e alle altre categorie – si legge ancora nella nota – più duramente penalizzate dai provvedimenti connessi al contenimento della pandemia, devono essere compensati da ristori adeguati”.

In queste ore al ministero del Tesoro si stanno fissando i criteri dei nuovi aiuti che il Governo si appresta a dare ai bar, ai ristoranti e a tutte le altre attività interessate dalle restrizioni anti Covid. Denari a fondo perduto, con accredito sul conto corrente e detrazioni fiscali. Denari che verranno calcolati in queste ore e che saranno presi dai 32 miliardi del nuovo scostamento di bilancio.

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