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Economia

La Pernigotti vede la luce tra cassa integrazione e nuovi investimenti

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Due milioni e 800.000 euro di investimento sullo stabilimento di Novi Ligure a cui si aggiungono 750.000 euro su un nuovo macchinario adibito agli stampi delle tavolette di cioccolato.

Questa la cifra messa sul piatto dalla Pernigotti per rilanciare la storica fabbrica dolciaria nella sede della città dei Campionissimi. Un segnale di ottimismo arrivato da un incontro avvenuto ieri tra azienda e parti sindacali. “Si tratta di investimenti già fissati che verranno coperti del tutto entro la fine del 2021 – spiega Tiziano Crocco, segretario provinciale Uila Uil -. A gennaio 2022 arriverà la macchina che produrrà le creme ed entro l’estate dello stesso anno sarà operativa al 100%, con 4 formati di barattoli. C’è ancora qualche chiaroscuro da chiarire con i colleghi di Milano per quanto riguarda la parte commerciale, ma nel complesso prevalgono gli aspetti positivi”.

Oltre agli interventi in programma per l’attrezzatura, sono previsti anche quelli per il restyling e l’efficientamento energetico della struttura che porterà a un conseguente risparmio sui costi vivi. Buone prospettive anche per quanto riguarda la cassa integrazione. “Sarà a zero esuberi e riguarderà tutti e 99 i dipendenti delle due sedi – prosegue -. Apriremo la procedura al Ministero la prossima settimana e presumibilmente partirà entro fine giugno. La vera produzione partirà invece a metà luglio, in previsione del periodo natalizio”.

Moderato ottimismo filtra inoltre dalle rsu. “È finalmente passato il concetto che Novi è l’unico stabilimento di produzione di riferimento della Pernigotti – commenta Piero Frescucci di Uila Uil -. Si tratta di un passo in avanti rispetto alle vicissitudini degli anni scorsi, ma ora vogliamo che le parole si trasformino in fatti. Su questo saremo sempre vigili nei prossimi mesi. Abbiamo però colto un segnale di discontinuità rispetto a un passato fumoso. La cassa a zero esuberi è un aspetto positivo, perché nessuno per il momento perderà il posto di lavoro. Questa è la notizia più importante e che ci aspettavamo di sentire. La prendiamo come base per andare avanti con spirito collaborativo”.

Soluzioni alle quali si è potuti arrivare dopo diversi mesi di lotta, quando la chiusura sembrava più che una semplice ipotesi. “Noi ci abbiamo sempre creduto e ci siamo sempre battuti – prosegue -. Abbiamo lavorato solo ed esclusivamente per arrivare a questa soluzione, perché non ci sarebbe interessata nessuna altra via di mezzo. Siamo andati avanti anche contro il parere di alcuni e c’è soddisfazione per essere arrivati a questo punto. Sinceramente, fino a qualche tempo, non avrei nemmeno saputo io cosa aspettarmi”.

La sensazione è che inizi a intravvedersi della progettualità dopo anni di immobilismo. “La proprietà sembrava decisa a tagliare, ma noi l’abbiamo motivata a cambiare rotta – chiosa Frescucci -. Abbiamo sottolineato la qualità del prodotto di Novi rispetto ad altri. Questo è stato uno dei punti chiave per la retromarcia”.

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